Il Comune Teramano di Francesco Savini
2O4 Parte III - II comune teramano nell' évo medio.
CAPITOLO XIV.
Sue condizioni nel periodo semi-libero. (1292-1388).
SOMMARIO: i. Condizioni finanziarie in generale: monete e loro valore: lira, danaro, fiorino o ducato d'oro; misure: staio, staiuolo, tomolo, mezzo; catasto: instituito nel 1381; tributi: colletta governativa sui fuochi, gabelle comunali, quartuccio sui forestieri; riduzione delle collette; salarii: del giudice cittadino. — 2. Condizioni economiche : commercio ed industria della lana; fiere: di Pentecoste instituita nel 1345, di S. Domenico nel 1362; antico mercato del sabato; negozianti: umbri e toscani. — 3. Condizioni demografiche: numerazione dei fuochi, falsi computi del Muzii, calcolo più probabile. —4. Condizioni edilizie: terra vecchia e terra nuova, sestieri: stabiliti nel 1375; mura: secondo giro eretto nel 1352; porte: porta interna di S. Francesco e nella piazza grande; cittadella, ponti, piazze: del mercato, di S. Croce (ora del Carmine), grande; strade: trivio; fonti: bahina, addio.; chiese: duomo, S. Francesco, S. Domenico; palazzi: nuovo comunale; case private: Di Valle, Di Melatine, ed altre.
i. Detto fin qui degli atti del nostro comune e delle varie relazioni tra esso e le diverse società di questo periodo, passiamo ora ad intrattenerci un po' sulle condizioni intime, in cui allora visse il medesimo, ed in prima su quelle finanziarie ed econo-miche. Esse in generale doveano essere abbastanza prospere, quando i nostri mercanti, come si è visto nell'antecedente paragrafo, erano in grado di caricare e scaricare barche e navigli delle loro merci e quando i porti vicini, siccome quello atriano di Cerrano e l'altro di S. Flaviano si contendevano lo scalo di quelle mercanzie. Vero bensì è che l'oro scarseggiava e tanto che un documento del 1384 ci ha dimostrato (cap. xin, § 7), che era assai frequente il caso, in cui si dovesse provvedere a sostituirlo con l'argento: del resto quest' ultimo metallo ben poteva sopperire ai bisogni degli scambii.
Ma passiamo alle monete, ch'è il mezzo necessario ad ogni traffico. La più usuale tra noi allora era la libbra o lira divisa in soldi e denari, come mostra un atto del 1343 (i), e dicevasi libbra
(i) Arch. Com. di Teramo, Atti ilei privati, perg. n. 27.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (226/635)
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