Il Comune Teramano di Francesco Savini
212 Parte III - It comune teramano nell' évo medio.
« cum Rahone et aliis villis » pagava « une. 46, tar. 8, gr. 14» ; col calcolo suddetto Teramo avrebbe allora annoverato soli 11 oo abitanti in numero tondo; ma ognun vede che tale cifra è molto al disotto del vero : a provar ciò basta addurre un patrio documento, ancora nel cittadino archivio (i), contenente una sentenza del viceré di Abruzzo Guglielmo di Hauberviller, data da Atri ai 6 febbraio del 1276, ove si dice che l'università di Teramo contava 1500 fjcularia, ossieno, a norma del comune computo suddetto, 7500 o al più 9000 abitanti. Vero è bensì, che, come provano i suddetti cedolarii editi dal Minieri-Riccio, la popolazione del regno subì una grave diminuzione sotto la dinastia d'Angiò appunto da quell'anno 1276 al 1320; ma è sempre inverosimile che gli abitanti della nostra città scendessero in quei 46 anni all'ottava parte del numero riferito dalla carta del 1276 e ciò tanto più sembrerà impossibile in quanto sappiamo che il principio del secolo xiv segna per noi il periodo più prospero e quindi più fecondo di popolo. Difatti il Muzii (2) appunto a quest'epoca attribuisce il maggior fiorimento della popolazione teramana che anzi egli, con un volo di fantasia, fa salire al bel novero di 6000 famiglie ossieno 30,000 anime, le quali certo non avrebbero potuto vivere entro l'ambito delle nostre brevi mura. Ad ovviare a ciò il nostro cronista (3), valendosi dell'autorità di alcuni geografi, estende l'area di Teramo nullameno che insino al torrente Fiumicello, che trovasi a ben sei chilometri ad oriente della città, e così in quella superficie avrebbe potuto collocare ben più che 30,000 abitanti. Ma se da una parte i computi del Muzii sono da reputarsi del tutto fantastici, non meno falso dall'altra dee ritenersi il criterio della popolazione regnicela desunto dal numero de* fuochi riferito nei succitati cedolarii angioini, da'quali possiamo solo argomentare quanta fosse nei popoli la cura di nascondere il vero numero delle famiglie al fisco, divenuto già in quel tempo sì ingordo, come or ora abbiamo veduto nel fatto nostro, e quanto scarsa inoltre la diligenza dei regii ufficiali. Ora noi, volendo trarre da tutto il suddetto una pratica conseguenza, e stando tra le iperboli muziane e le miserie dei calcoli angioini, ci atterremo al suaccennato computo del 1276, stimando la popolazione teramana ascendesse in questo periodo ad otto o nove mila anime, numero che risponde,
(1) Arch. Com. cit., perg. n. in.
(2) MUZII, op. cit., dial. 5°.
(3) MUZII, op. cit., dial. i° in fine.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (234/635)
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