Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XIV - Sue condizioni nel periodo semi-libero (1292-1388). 2 13
      mirabile immobilità della nostra demografia ! quasi esattamente a quello odierno della città.
      4. Dopo la conoscenza dello stato della popolazione, sorge naturale il bisogno di saper quello degli edifizii, in cui essa viveva in siffatta epoca. Fu questo certo uno dei periodi, in cui più fiorì tra noi (per quanto sempre in modeste proporzioni) l'arte edilizia, ed a tal proposito è d'uopo udire il Muzii (i) come celebra, in un con la ricchezza pubblica e privata della città durante i primi ot-tant'anni del trecento, la sontuosità dei sacri e profani edifizii. Ma cerchiamo notizie meno vaghe e più circostanziate, e riguardino esse in prima, com' è giusto, le opere pubbliche. In generale il mantenimento e la rifazione delle mura, de' fossati, de' fortilizii, delle fontane, dei ponti, delle strade e delle altre opere pubbliche erano a carico non solo dei cittadini, ma anche dei nuovi venuti ed aggregati al corpo de' medesimi, siccome mostrano i patti coi Montoriesi del 1320 e coi vassalli di S. Atto del 1381 (cap. x, § 16). Questo in generale; ma scendendo ai particolari, è mestieri dir prima delle parti e de' quartieri in cui andava allora divisa la città. Essa dunque distinguevasi in terra vecchia e terra nuova, distinzione derivata dal fatto seguito in Teramo dopo l'incendio del secolo xn, quando la città, risorgendo dalle sue rovine, si allargò ad occidente dell'attuale piazza grande e della strada detta anch' oggi del fosso, nome che vivamente ricorda il passato della vecchia città, lasciando insieme deserta la parte orientale dell'antica Interamnia, ove ora trovansi la vasta spianata, la chiesa e l'antico convento delle Grazie. La parte dunque che copre l'area del-l'Interamnia praetuttiorum dissesi terra vecchia (« terra verus »), e quella che sta sulla terra vergine di antichi edifizii chiamossi terra nuova («terra nova»); la quale ultima viene così descritta dal Muzii (2) : « Dove ora sono le chiese di S. Spirito, di S. Domenico, di S. Matteo e di S. Agostino, la strada di Porta romana « e tutta la parte superiore alla piazza del mercato ». Nel suolo, di cui parliamo, trovasi ricordo di siffatta divisione in più carte. Cosi in una del 1287 qui avanti citata; in un'altra del 18 gennaio 1351 (3) compiesi la vendita di una casa con orto e fornace contigui posta in Terranova della città di Teramo innanzi la piazza e
      (1) MUZII, op. cit., dial. 3°.
      (2) Muzii, op. cit., dial. i°.
      (3) Arch. Com. di Teramo, Atti del privati, n. 30.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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