Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XIV - Sue condizioni nel periodo semi-libero (1292-1388).
      il 1552 dalle feroci turbe del capitano di ventura fra Moriale di Provenza.
      Oltre le torri, le mura dovevano avere anche le porte. Il Muzii (i) così ci descrive quelle del secolo xiv: « Havea ciascuna « porta principale la sua ritirata similmente chiusa con porta e « sopra le porte i varracani (cioè barbacani), ed anche dentro la « città era un' altra ritirata, dov'è ora il portone di S. Francesco « (il summentovato fra le case Urbani e Savini), et un' altra per « ultimo refugio era nella piazza (del mercato), la quale con tre « portoni si potea chiudere. Uno era a lato del palaggio del vescovo nell'entrar della piazza superiore: un altro a lato della caci nonica della cattedrale et un altro non discosto dal palaggio vecchio del magistrato ». Queste porte erano già abbattute a tempo del Muzii, il qual& dice che degli stemmi angioini ad esse soprapposti uno se ne conservava, ai giorni suoi, « nella sala del palaggio uovo de i signori del regimento ».
      Ma non solo Teramo era munita di -mura e di porte di sicurezza, ma ben anco di un castello, il quale allora sorgeva proprio in quel luogo detto ancor oggi della Cittarc.Ua, ossia cittadella. Ad esso certo deve alludere la frase del ripetuto patto del 1381 coi vassalli di S. Atro (cap. x, § io) riguardante il mantenimento dei fortili^ii della città. Il Muzii (2) la descrive intorno al 1384 come ben munita, dicendola poi disfatta cinquant' anni dopo e segnando altresì visibili a tempo suo le reliquie delle ;se mura.
      Abbiamo visto in principio del paragrafo mentovati nel 1327 i fossati, i quali dovevano avere certo i ponti levatoi per l'ingresso alle porte della città. Ma oltre questi v'erano i ponti stabili sui due storici fiumi che lambivano le mura cittadine. Un avanzo di pilone del ponte sul Tordino vedesi tuttora al disotto della chiesa di S. Giuseppe. Erano poi questi ponti reputati sì necessari! al traffico ed alla difesa comune, che persine i privati si mostravano premurosi della loro conservazione. N'è pruova un testamento dei :o giugno del 1362, tuttora esistente (3), ove s' instituisce un legato di io soldi da spendersi « in opera pontium existentium in flumata « Trotini et Vitiole videlicet infra territorium Terami ».
      Ma rientriamo in città per rivolgerci un po' alle piazze ed alle
      (1) Muzu, op. e loc. cit.
      (2) MUZII, op. cit., dial. 3°.
      (3) Arch. cit. di S. Gio., n. 45.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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