Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Parte IH - II comune teramano nell' évo medio.
      fine (doc. xi), né di Buongiovanni da Montelupone, detto giudice e rettore di Teramo in una carta del 1291, già mentovata (cap. x, § 20) e pur riprodotta in fine (doc. XH), giacché tanto l'uno, sebbene non fregiato del titolo di podestà o di rettore, quanto l'altro, ornato di tal nome, essendo nella pienezza dell'autorità giuridica criminale e civile e di quella di governo, appartengono ali' anteriore periodo di libertà, tema di altro capitolo. Dunque, in forza delle nostre investigazioni, 'incominciando questo secondo periodo di semi-libertà nel 1292, da quest'anno deve altresì aver principio il giudice comunale delle cause civili; di fatto però ne abbiamo memoria nel 1298 in quell'Antonio de Tbebtildo di Capua ricordato in un ano che or ora esamineremo e che pur daremo in fine di questo scritto (doc. xiv). Tutto ciò dicasi per necessaria intelligenza della cosa e si passi intanto a discorrere dell'elezione e dell'ufficio di questo magistrato.
      I Teramani vantavano già nel 1297, siccome abbiamo veduto (cap. xui, § 4), ab immemorabili il loro diritto di eleggersi il giudice in qualunque luogo entro e fuori il regno e di farlo confermare dal vescovo, loro barone; diritto riconosciuto a' medesimi da Carlo I di Angiò (1265-85). Tale elezione, anche dopo le grandi peripezie sofferte dai nostri per mantenere il podestà e già indietro (cap. XIH, § 4) narrate, restò sempre al popolo e la conferma della stessa al vescovo, siccome rilevasi pel presente periodo da un instrumento dei 12 luglio del 1357, visto dal Palma (i) nell'archivio di S. Giovanni in Teramo ed ora non più esistente, nel quale appare giudice di questa città un Vinciguerra de Ortona. Ma non solo rimase allora il diritto elettivo di un magistrato nel regno, ma esso si estese altresì, non molto dopo, fuori dello Stato, malgrado i solenni divieti del 1292 (cap. xin, § 4). Il primo esempio lo abbiamo veduto (cap. xv, § 7) nel marchegiano Zane di Campo-filone nel 1368 per questo periodo e ne vedremo altresì in séguito e più ancora nel susseguente secolo xv, siccome mostrerà il nostro elenco dei giudici e podestà di Teramo (doc. xxxvu).
      Ed ora degli uffici! e della competenza del nostro giudice delle cause civili: ce li mostra, oltre lo stesso nome, un diploma dei sovrani Giovanna I e Luigi dei 30 aprile del 1351, già esistente, come asserisce il Palma (2), nell'archivio comùnitativo. Ivi si scorge che Teramo, siccome per le cause criminali avea il regio capitano,
      (1) PALMA, op. cit., voi II, p. 67, ove citasi il.n. 14 dell'arch. di S. Gio.
      (2) PALMA, op. cit., voi. II, pp. 65 e 66.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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