Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. XV - Suo organismo nel periodo semi-libero (1292-1388). 22Jcosì per le civili teneva il « baiulum et iudices ad civiles causas « audiendas et decidendas per ecclesiam aprutinam ». Quest'ultima frase è assai importante, perché, oltre il mostrarci la competenza del giudice cittadino, qui appellato baiulum alla maniera del regno, ci prova pure che innanzi al re il vescovo era riguardato come il signore feudale di Teramo e ci da la ragione perché l'elezione popolare del giudice doveva essere confermata da esso vescovo. Abbiamo poi veduto al luogo del parlamento (cap. xv, § 7), che il giudice poteva, e solo e col regio capitano, convocarlo. Come saggio della competenza civile del medesimo citisi un instrumento, tuttora esistente (i), dei 7 luglio del 1359, che contiene una vendita fatta da un tutore per conto di un muto e mentecatto con l'intervento del giudice civile sir Francesco della Posta. Ciò ci dimostra che esso doveva dare in simili casi la sua autorizzazione, siccome press'a poco segue ai giorni nostri, in cui è necessario per siffatte convenzioni il consenso del tribunale civile. Nel caso suddetto il della Posta lo dette « ad solitimi bancum iuris prò tribunali sedens in domo seu palatio predicto (universitatis) ». Notiamo altresì che cotesta competenza estendevasi sui vassalli altrui dimoranti in città, siccome ci ha provato il patto coi vassalli di S. Atto del 1381 (cap. x, § 16), e ciò tanto più riferiamo, in quanto che nei patti di cittadinanza del periodo precedente abbiamo visto (cap. x, § 15) colesti soggetti di baroni ritenere in Teramo un giudice proprio.
Tanto dicasi per gli uffici! ordinarii del giudice teramano: per quelli straordinarii, che pure ne ebbe, citeremo una sentenza arbitrale del nobile Antonio de Tbebaìdo di Capua, giudice di Te-ramo, pronunziata in una pubblica via di Scorzone ai 14 luglio dell'anno 1298, tuttora esistente (2) e da noi data per intero in fine di questo scritto (doc. xiv). Gli abitanti di Rocca Totonesca (villaggio ora distrutto, il cui sito detto ancora la rocca scorgesi in cima ad un monte tra loanella e Pastigliano) e la badessa del monastero di S. Giovanni a Scorzone, Giacoma de Podio, contendendo fra loro pel possesso di alcuni beni, fecero un compromesso in questo nostro magistrato. Il di Tibaldo, « iudex Terami», quale « arbitrator, laudator et arnicabilis compositor et amicus comunis », concordemente scelto dalle parti, pronunziò il lodo di composizione, dividendo tra le medesime con determinati confini le con'
(1) Arch. di S. Gio. cit., perg. n. 41.
(2) Arch. di S. Gio. cit., perg. n. 15.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (249/635)
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