Il Comune Teramano di Francesco Savini
P5rte III - II comune teramano nell'evo medio.
« minali anche d' appellazioni comincino e finiscano in Teramo, e «così le pene: Placet. 5. Qualunque Gabella o colta imposta fino «al terminare dell'Agosto di quest'anno sia dell'Università; come « pure ogni rendita, e residuo che esso Principe avesse ad avere, « e ciò per compenso delle spese ne' Fanti pagati a servizio della «sua Signoria: Placet, purché l'università paghi i gaggi (i) agli « ufficiali e al castellano. 6. Gli Ufficiali Civili, cioè Rcgimento, Giudice, loro scrittori, Notaio de' Capitoli, Ufficiale delle Guardie, Dece positario, Erario, Camerlengo, Capo di Sestiere, Raziocinatori, Serice sali ed ogni altro solito si elegga dall' Università, della quale sia ogni « provento, che quelli facessero per sussidio dei loro salari : Placet, « ma con intelligenza e conferma d' esso Giosìa, cui si riserba la « giurisdizione centra quegli ufficiali. 7. I proventi dalla Corte del « Capitano o altro Ufficiale deputato da Giosìa nel Criminale, siano « della Città, col peso a lei di pagare il salario a esso Capitano, « supplendo nel caso, senza nulla diminuire, a tenore del Privilegio « reale a lei accordato, cioè di dare cento cinquanta ducati all'anno, «come s'era usato a tempo del Padre di Giosìa. Egli qui dichiara « di volere che il Salario sia di dugento da ritrarre bensì da proventi. E riserba a sé le cause di lesa Maestà, d'Omicidi, di Furti, « Adulteri, Stupri, Violenze, ferite, ladrocini, incendj con dolo, rapine, e le riserbate per le Costituzioni del Regno alla Corte Regia ; « ma che non di meno siano della città le pene convenzionali e di « spergiuri. 8. Sia mantenuto nel possesso, e difeso Giovanni di « Fazio Cittadino di Teramo, possessore della Villa di Poggio Rattieri « incorporata a Teramo. Placet.
« Tali furono - continua l'Antinori - i capitoli e le soscrizioni. « È notabile in esse che Giosìa non assume alcun titolo, né la città « gliene diede direttamente alcuno. Obliquamente lo nominò Principe e Signore, ma in assoluto, e non precisamente di Teramo. « Pochi mesi dopo (ai 14 febbraio del 1425) Nardo d'Antonio di « Leonardo Sindico d'essa Città, avanti al Giudice, nella Loggia rerrena del Palazzo del Civile fece transumere quei Capitoli, co' rispettivi Decreti, e li disse convenuti coli' Illustre ed Eccelso Giosìa « d'Acquaviva, e nulla più ». Fin qui l'Antinori.
Importantissimo è quest'atto per la conoscenza dello stato nostro municipale sotto la dominazione acquaviviana, avendosi nel medesimo un saggio della costituzione feudo-comunale che reggeva Teramo in detta condizione. Riservando al cap. xix, che n* è il
(i) Gli stipendii militari.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (260/635)
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