Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. XVI - Suoi atti nel periodo delle fazioni e delle signorie (1388-1507). 2 5 Iscorgere la differenza tra la prima e la seconda dominazione di Giosla ; quanto velata, cioè, e riguardosa fosse stata quella e quanto aperta invece e solenne questa. Anzi aggiungeremo che l'Acquaviva, durante la seconda, assunse formalmente, come vedremo in séguito, il titolo di duca d' Atri e di Teramo. Cosi i popoli si adusano alla servitù e tanto il tempo assicura i dominatori !
io. Ma per quanto il potente signore assicurasse il rinnovato dominio, questo nondimeno, cedendo ali' urto de' tempi e alle vicende delle fazioni, ebbe cortissima durata. Difatti due anni appresso, nel 1461, risorta la fortuna di Ferdinando d'Aragona, piombò su Giosìa l'ora della punizione, e quel re ne dette il carico a Matteo di Capua, viceré degli Abruzzi. Non accade qui certo narrare di que' fatti le minute circostanze e neppure fermarsi sui maneggi diversi dell' Acquaviva contro l'Aragonese, siccome recentemente ha fatto il Giampietro (i). Ci terremo paghi a dire che i dispersi spennati, alla lieta novella attestatisi di nuovo, indussero ad accostarsi alle porte di Teramo il Di Capua, che, per ragioni di guerra, accampava nelle nostre contrade. Il magistrato però, in que' frangenti, pur sempre provvido de' diritti e dell' ordine cittadino, volle che il viceré, prima del suo ingresso, sottoscrivesse ai 18 novembre del 1461 i tre seguenti capitoli, che noi riferiamo dal Muzii (2), che li dovè trascrivere dal testo originale allora esistente nell'archivio comuniiativo :
« Capituli, adimandi et petitioni quali si fando per li Ciptadini « della Ciptà di Theramo a lo magnifico Signor et excellente Matteo « di Capua Viceré etc.
« In primis quando sarà la Rocca in potere di Sua Signoria « o vero delli Ciptadini di Teramo, la debbia lassare, guastare et « rumare a lo parer et volontà de ipsi Ciptadini. Placet.
« Itera lo prefato Viceré ex nunc promette remetter omne, e « qualunque colpa, offensione et qualunqua iniuria commessa per « li huomini di detta Ciptà a lo tempo eh' erano stati a la obedienza del Signor Ysìa, et che debbia ricognoscer cosa alcuna, « ne falza impedimento alcuno per la occasione predetta a nesuno « de li predepti Ciptadini. Placet.
« Item che tutti i singoli Privileggi, gratie, humanità et exemptioni, concessi a li prefati Ciptadini di Theramo, tanto per la
(1) D. GIAMPIETRO, « Un registro aragonese nella biblioteca Nazionale di Parigi», in Arch. Star, napol., an. 1884, fase. IV, pp. 653 e segg.
(2) Muzn, op. e loc. cit.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (273/635)
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