Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. XVI - Suoi atti nel perìodo delle fazioni e delle signorie (1388-1507).
avevano, con la resistenza alle armi cittadine, cagionato la morte di parecchi giovani Teramani colà portatisi a snidarli. Il Palma (i) non ebbe forse a vedere questo privilegio, tacendone egli, allorché ivi parla dell' infeudazione di Fornarolo. L' Antinori poi, che lo chiama « bel privilegio», ne da un'ampia analisi (2) e, col Muzii (3), ne attribuisce la causa agli ufficii del dottor di leggi, Mariano d'Adamo, regio consigliere e al merito della città conseguito coi servigi prestati alla regia corte nelle passate guerre, il che del resto abbiamo veduto asserito nello stesso diploma. Allo spirare del secolo xv, che fu l' ultimo, a dir cosi, delle libertà teramane, la città pervenne ad un altro possesso, a quello, cioè, del feudo di Piana a Camperà: allora il re Federico d'Aragona, che, in procinto di perdere il regno, largheggiava con le città e coi baroni, glielo concesse con un diploma dei 16 dicembre del 1499, e, a quanto narra il Muzii (4), con tutti i diritti anche consuetudinarii e di alienarlo, salvo il pagamento del relevio ogni quindici anni e 1' annua prestazione dell' adoa. I Teramani poi ne presero possesso, mercé due sindaci, con atto, pur riferito dal Muzii (5), dei 2 di marzo del seguente anno 1500: ma quel possesso non fu pacifico, che lor lo disputarono i Camplesi, ai quali infine tornò nel 1509, siccome vedemmo (cap. xm, § 9), Piana a Camperà, villaggio che tuttora fa parte del comune di Campii. È qui utile di notare che nessuno di questi due atti citati dal Muzii esiste in archivio, e che v'ha invece un diploma dello stesso re Federico e della medesima data dei 16 dicembre del 1499, di cui più avanti (§ 20) terremo discorso, ma dove però non si fa parola alcuna della infeudazione a Teramo di quel villaggio. Essendo provata la diligenza e la veracità del nostro cronista, è uopo supporre che realmente esistesse a' tempi suoi quel contemporaneo documento. 15. Il nostro comune, fra tanto turbine di pubbliche e private faccende, trovava pur agio ad immischiarsi negli affari de' vicini paesi, con intento però benevolo e pacifico. Così nella pace tra Civitella e Campii, conchiusa, dopo lunghe lotte per ragione di confini, in Teramo ai 29 di febbraio del 1481 ed alla presenza di Amico de Arpinellis, giudice civile di Teramo, entrarono mal-
(1) PALMA, op. cit., voi. II, p. 152.
(2) ANTINORI, Mem mss. cit., art. Ter a mo, ad an. 1470.
(3) Muzii, op. e loc. cit.
(4) MUZII, op. e loc. cit.
(5) MUZII, op. e loc. cit.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (281/635)
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