Il Comune Teramano di Francesco Savini
2oO Parte III - II comune teramano nell' évo medio.
levadori della medesima (« fideiussores ») in nome della città, giusta l'atto visto dal Palma (i) nell'archivio di Civitella, i nobili Marino di Domenico Montanari e Cola di Francesco di Nardo.
Ma non solo il nostro comune interponeasi fra i paesi della stessa regione, ma anche a vantaggio delle vicine ed estere città. Così il Marcucci (2) ci da la notizia, non raccolta, ignoriamo il perché, dal Palma, che quando nel 1458 il viceré degli Abruzzi, Matteo di Capua, assediò e prese la rócca ascolana di Morrò, ne ritolse, coi comandanti ascolani, i fuorusciti di Teramo, che patteggiavano per l'Angioino e che, appunto per ciò, avevano provocato quell'assedio. Tosto il senato ascolano spedì, nel febbraio del seguente anno 1459, due nobili al nostro comune acciò s'interponesse presso il re Ferdinando d'Aragona per la liberazione dei due prigionieri di Ascoli, eh' erano due Guiderocchi, i più potenti allora in quella città. La nostra università, ricordevole dell'antica amicizia che la legava ad Ascoli, si affrettò ad inviare tre suoi messi al re, che, grato alla fedeltà non meno costante dei Teramani, concesse quella liberazione e senza alcun riscatto. Tanto mostrava una regia lettera al senato ascolano data da Venosa ai 25 di aprile del 1459 e serbata, a' tempi del Marcucci, nell' archivio anzianale di Ascoli.
16. Provvedeva altresì il comune, in questo breve respiro di pace, che a migliore ragione dovremmo chiamar tregua, ali' incremento dell'industria e del commercio paesano, usando il suo diritto di far leghe commerciali, riconosciuto anche dai regii diplomi più sopra (§ ti) esaminati, come poc'anzi nel 1443 (§ 6) avea adoperato quello di stringere alleanze politiche. Difatti ai 25 di ottobre del 1484 fra Teramo ed Atri fu nella prima città conchiuso un trattato di commercio, il quale poi ai 18 del novembre seguente fu ripetuto in Atri, secondochè asserisce il Palma (3), che non dice però ov' abbia veduto tal secondo analogo documento. Il primo esisteva alla seconda metà del passato secolo nell' archivio teramano, e il Tullii ne spedì copia al Sorricchio in Atri, la quale tuttora serbasi nella raccolta atriana di quest'ultimo (4), e noi ripetiamo fedelmente in fine tra i documenti (n. xxx). È in volgare del tempo e vi si parla in prima dell' « antiquo amore
(1) PALMA, op. cit., voi. II, p. 167.
(2) MARCUCCI, Saggio di cose ascolane, Teramo, 1766, p. cccxxxvi.
(3) PALMA, op. cit., voi. II, p. 179.
(4) N. SORRICCHIO, Monum. atriani mss., voi. Ili, p. 630 (nella bibl. Sorricchio in Atri).
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (282/635)
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