Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      266 Parte HI - II comune teramano nell'evo medio.
      il parlamento generale in Napoli pe' 15 di ottobre, invitandovi in modo speciale i rappresentanti di Teratno. Ma tutto fu vano, e siccome l'infelice principe perde allora e trono e patria, così il povero regno, seguendo la mala sorte della casa napoletana d'Ara-gona, cesse al triste fato e divenne provincia di Spagna. Ma narrar di ciò non è compito nostro, e torniamo invece agli avvenimenti del nostro comune. In questo stesso ultimo lustro del secolo xv, e proprio nel 1497, quando cioè gli Ascolani erano minacciati dalle schiere di Vitellozzo Vitelli e dai loro antichi rivali, i Permani, il re Federico, memore certo dell' efficace aiuto prestato dai medesimi al suo antecessore e nipote Ferrante II, l'anno innanzi assalito dalle armi di Carlo Vili (i), scrisse ai 29 di maggio del 1497 ai cittadini di Atri, di Penne, di Città S>. Angelo e di Teramo, acciò dessero soccorso ad Ascoli « per verterse in quisto « facto de asculi lo interesse de la Santità de n. s. et lo servino « nostro», come c'informa l'archivio aragonese (2). E per tal modo i nostri antenati in quest'ultimo scorcio di secolo, che chiudeva il medio évo, partecipavano ai varii ed agitati fatti del regno con quell' ampiezza di diritti cittadini, eh' eran dono dell' epoca. Dava cosi il comune teramano gli estremi lampi di quella vita pubblica, eh' era allora pur troppo in sullo spegnersi.
      21. Non è a dire poi se in quegli estremi casi della monarchia aragonese re Federico fosse prodigo di privilegii e di diplomi amplissimi. E i Teramani, sempre intenti ad assicurare in ogni politica circostanza la loro libertà demaniale, colsero anche questa opportunità e s'ebbero difatti le più larghe concessioni, le quali tuttora si possono leggere nel diploma di quel principe dei 16 di dicembre del 1499, non visto dal Palma e accennato solo dal Muzii (3), ma che ancora esiste (4). Noi frattanto, considerata la sua importanza, qui lo analizziamo e in fine lo riferiremo per intero tra i documenti (n. xxxn). Concede dunque il re ai Teramani sulle costoro domande: i° La conferma delle passate grazie ottenute sulla demaniale libertà. 2° Quella di tutti i già concessi privilegii. 3° La remissione di tutti i delitti perpetrati in Teramo, salvo l'interesse delle parti. 4° Un' ordinanza a Marcantonio Filomarino, viceré del-
      (1) Cfr. MARCUCCI, 5/or. di Ascoli, § 7, ser. 2, n. 35.
      (2) Cfr. N. BARONE, Notizie dei registri Curiae della cancelleria aragonese, voi. Ili, fol. 65 a t. in Arch. Star, napol., an. 1890, fase. II, p. 222.
      (3) Muzii, op. e loc. cit.
      (4) Arch. Com. di Teramo, Alti de' principi, perg. n. xxxiv.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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