Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XVII - Sue vicende finanz. nel per. delle faz. e delle signorie (1388-1507).
      CAPITOLO XVII.
      Sue vicende finanziarie nel periodo delle fazioni e delle signorie (1388-1507).
      SOMMARIO: i. Vicende finanziarie sotto la tirannide di Antonello di Valle nel biennio 1388-1390. — 2. Diminuzione de' tributi fiscali nel 1400. — 3. Catasto comunale de' beni dei cittadini nel 1408. — 4. Contribuzione della città alla costruzione de' regii edifizii; nuova cittadella del 1410. — 5. Riduzione di tasse fiscali nel 1417 e condizione finanziaria della medesima sotto il dominio di Braccio da Montone dal 1420 al 1423. — 6. Diritti e concessioni di balzelli comunali sotto quello di Giosia di Acquaviva dal 1424 al 1438. — 7. Molestie fiscali de' regii rappresentanti represse dai sovrani aragonesi di Napoli e molteplici esenzioni concesse da questi fino alla caduta della loro monarchia; tasse feudali pagate dal comune. — 8. Violazione dell'immunità ecclesiastica mercé le imposizioni municipali condannata da papa Nicolo V nel 1452 — 9. Taglia di diecimila ducati imposta nel 1501 dagl'invasori francesi, ma non mai pagata. — io Remissione di tasse nel 1507 per Ferdinando il Cattolico. — 11. Prospero stato fiscale durante la signoria della vedova regina Giovanna dal 1507 al 1518.
      i. Dopo esserci intrattenuti a lungo sui molteplici eventi che agitarono la vita del nostro comune durante l'epoca più burrascosa della sua storia, è ora luogo di fermarci un po' sulle vicende finanziarie che, durante lo stesso periodo, lo afflissero. E queste furono sì gravi e sì frequenti che noi, uscendo qui dal metodo sinora seguito, siamo costretti a dedicare al racconto delle medesime un capitolo speciale. E cominciando dai primi anni di questo periodo, diremo che, siccome vedemmo (cap. xvi, § i), allora la podestà regia e comunale erasi assorbita nelle mani del tiranno Antonello di Valle; quindi costui solo attribuissi in quel biennio 1388-1390 tutt' i proventi sieno fiscali e sieno municipali ; né tanto anzi a lui bastava, che, come il Muzii scrisse (i), egli altresì godevasi le rendite da sé confiscate agli esuli cittadini, taglieggiando insieme quelli rimasti in città e persine i mercanti forestieri.
      2. La città intanto, uscita da quelle strette e tormentata dalle fazioni, non poteva certo agevolmente negli anni successivi soddi-
      (i) MUZII, op. cit., dial. 3°.
      SA VINI, li comune teramano. 18


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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