Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. XVIT- Sue vicende finanz. nel per.delle faz. e delle signorie (1388-1507).
fonso emanò, e proprio ai 6 di maggio del 1448, un' ordinanza citata dal Palma (i), che dichiarava la medesima libera da ogni futura molestia, ed inoltre i cittadini e i mercanti suoi franchi da ogni dazio per l'intero regno. Ma i regii avvisi non pare bastassero a tagliare i lunghi artigli dei governatori: così un altro diploma dello stesso sovrano, ancora esistente (2), ma non visto dal Palma, datato da Foggia ai 9 di gennaio del 1457 e dir£tto a Berardo de Raymo, commissario generale dei due Abruzzi, a Berardo Cuculio, tesoriere, ed a Giovanni Ferrano, razionale della camera della Sommaria, vieta a costoro l'esigere per 1* avvenire dalla città di Teraino e dalla terra di Civitella le tasse di cui esse avevano ottenuta l'esenzione, ma che ciò nonostante ' erano state sborsate ; ne aveano quindi mosso lamento al re. L'esenzione dalle imposte e le immunità dalle gabelle erano sempre, dopo le assicurazioni della libertà demaniale, il contenuto de' sovrani privilegi! impetrati dai Teramani durante questo secolo xv: e abbiamo difatti veduto (cap. xvi, §§8, il e 21) in quelli del 1458, del 1465 e del 1499 avere essi ottenuto la temporanea esenzione dalle tasse e quella perpetua dalle gabelle, non che la condonazione di balzelli non riscossi. Si noti inoltre che nel diploma del 1465, considerate le maggiori gravezze che pesavano sulle università, Terarno ebbe la facoltà di accrescere la somma delle comunali gabelle di altri du-gento ducati d' oro, non che d'irnporne una nuova « de tutte robe «foresteri che vengono in ipsa cita », e le fu pure concesso l'erbatico, ossia il frutto delle prestazioni dei pascoli. Diremo pur qui che tra le tasse fiscali è uopo comprendere il relevio, pagato dal comune ad ogni acquisto di feudi, e l'annuale adoa, versata dal medesimo pel godimento di essi, siccome più indietro vedemmo (cap. xiv, § 14). Se poi si porgevano casi straordinarii, il principe mostravasi ancor più benigno, come appunto operò Ferdinando II nel 1495, quando, nell'annunziare familiarmente, come si disse (cap. xiv, § 19), ai Teramani il suo avvento al trono, rimise loro il dazio straordinario di un tomolo di sale imposto già da suo padre. Così dunque allora fra noi si avvincendevano le gravezze e gli alleviamenti del regio fisco !
8. Fra tanti bisogni ed esigenze fiscali, i nostri finanzieri, come oggi si chiamerebbero, non sapendo più ove dar di capo, aggravavano altresì il clero, violandone la riconosciuta immunità, ed è
(1) PALMA, op. cit., voi. li, p. 123.
(2) Arch. Com. di Teramo, Atti de principi, perg. n xxvm.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (299/635)
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