Il Comune Teramano di Francesco Savini
2o2 Parte III - 11 comune teramano nell' évo medio.
allora in Italia, siccome del resto in ogni crisi politica e sociale, il passaggio da una grande epoca ad un'altra, dall'evo medio al moderno, dalle sanguinose fazioni e dalle incerte signorie del primo alla rassegnata tranquillità delle poderose dominazioni straniere e delle assicurate monarchie paesane del secondo. In particolare poi per Teramo, la cagione di ciò dobbiamo assegnare al fatto seguente tanto notevole quanto chiaro. Quando tra noi dominavano i baroni (s'intenda degli Acquaviva, giacché gli altri, lontani, poco si occupavano della nostra città), gli amici della libertà, e perciò avversi a que' signori, se ne andavano in esilio, e Teramo, rimasta preda de' rivali, cadeva tosto nelle mani di comunali magistrati che, ligii a' nuovi dominanti, non tardavano ad inchinarsi ad essi : allorquando invece, abbattuta la tirannide, quelli rientravano nelle patrie mura, con altrettanto zelo davansi a propugnare la riacquistata libertà e talvolta, come abbiamo veduto, con straordinario coraggio. La diversità dunque delle persone e de' partiti, che reggevano allora a vicenda le sorti della città, spiega, a parer nostro, il brusco e ricorrente passaggio da un contegno all'altro dianzi da noi notato.
Fra tante vicende di fatti e di atteggiamenti rilevisi da ultimo il non meno notabile fenomeno storico della costante fedeltà, la quale in ogni evento i Teramani serbarono alla regia casa d'Ara-gona non sempre del resto rispondente a tanto affetto. Eppure ciò a noi pare naturale; giacché, per quanto fosse debole ed incostante, più forse per ragione degli avvenimenti che per mala volontà di que' principi, la protezione di costoro, pure il lontano e poco sentito potere regio era in que' torbidi tempi l'unico rifugio e la sola sicurezzza che le misere città del regno valevano ad opporre alla prepotenza e alle ambizioni de' privati signorotti.
2. Detto delle condizioni morali, entriamo ora a parlare di quelle materiali; ma prima dobbiamo notare che la fonte principale delle notizie su tal riguardo durante il presente periodo è lo statuto comunale del 1440, oltre i documenti del secolo xv, e che ad esso attingendole, terremo conto di ciò che abbiamo scritto nel già pubblicato studio sui medesimi (i), adattando, bene inteso, e compendiando la materia ali' uopo del presente lavoro. Avvertiamo pure che, per comodo delle opportune ricerche, citeremo in parentesi il numero dei libri e quello delle rubriche del detto statuto.
a) E incominciando dalle condizioni finanziarie che sono, per
(i) FR. SAVINI, Studio sugli Stai. Uram, (hi 1440, Firenze,
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (304/635)
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