Il Comune Teramano di Francesco Savini

Pagina (308/635)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      286
      Parte HI - II comune teramano nell' évo medio.
      salate di un maiale intero dai macellai, e 2 danari per ogni rotolo di carne salata dai venditori a minuto (1. IV, r. 119).
      3. a) Ed ora passiamo alle condizioni economiche e commerciali. Queste furono assai prospere sino al primo funesto scoppio delle fazioni, che nel 1388 sollevarono Antonello di 'Valle alla signoria della patria ; e il Muzii (i) descrive la ricchezza della città in quel tempo, dicendo che essa «avanti l'anno 1400 fioriva « di gran numero d' habitatori ». Ma nate le parti, la prosperità, come sempre, scomparve. Sotto quella tirannide difatti, come narrammo (cap. xvi, § i), essendo non che i cittadini, anche i mercanti forestieri taglieggiati, e imperversando le fazioni, questi ultimi nel 1420 abbandonarono la città (2) con gran danno del commercio locale; cosi pure le campagne circostanti, per le incursioni de' par-tigiani, restarono nel 1414 deserte di coltivatori. Però nelle brevi tregue di tali agitazioni, i mercanti toscani ed umbri ci si mostrano ridimoranti in Teramo, e n'è la prova presso gli statuti del 1440, che tante volte ne parlano. Xon per ciò la coltura agraria ne sentiva pari giovamento; giacché, come ognuno intende, l'industria de' campi abbandonati non può sì agevolmente risorgere come quella cittadina. E difatti gli stessi statuti (1. IV, r. 158) lamentano: « cum in civitate et districtu Terami propter incolentium diminutionem longe maior copia agrorum quam colonum existat ». ti) Se poi si voglia conoscere a ragion di valore la condizione economica di questo tempo, conviene argomentarla da quello dei generi principali, il quale, come insegnano gli economisti, serve a calcolare il valore relativo delle monete e dei metalli preziosi. Così il grano nell'epoca degli statuti ci appare del prezzo di ij soldi il tomolo, mentre questo ora varrebbe lire dieci, rispondenti a lire diciotto per ettolitro; così pure la carne di bue (quando questo vivo valeva da 40 a 50 soldi) vendevasi due danari a rotolo, giusta le nostre leggi comunali (1. IV, r. in), quella carne che oggi costa circa lire due ogni chilognimina. Numerosi poi e minuti sono i modi prescritti dagli statuti teramani per la vendita dei commestibili e delle altre merci, ma non essendo il presente scritto uno studio speciale su ciò, e avendolo dall'altro canto già fatto in altro lavoro apposito (3), così noi a questo richiamiamo il lettore che di tali notizie sia vago.
      o
      (1) MUZII, op. cit., dia). 3°.
      (2) MUZII, op. e loc. cit.
      (3) FR. SA VINI, Stud. sugli Stai. Uraniani del 1440, Firenze, 1889, parte IV « economica ».


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

Pagina (308/635)






Antonello Valle Muzii Teramo Terami Stud Stai Firenze