Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XVUI-Sue condizioni nel per. delle fazioni e delle signorie (1388-1507).
      a) E dicasi in prima della grande divisione, in cui gli statuti ci mostrano spartirsi allora la città. Questa distinguevasi dunque in terra vecchia, terra nuova e terra di fuori. Abbiamo visto al ripetuto luogo (cap. xiv, § 4), che cosa fossero e nel 300 e nel 400 le due prime divisioni, né accade qui ripeterle. In quanto alla terra di fuori, che il nostro codice chiama terra de foris S. Franasti (1. IV, rr. 96 e no), distinguendola ex parte Trotini ed ex parte Vitiole, noi crediamo sia quella parte della città, che stendevasi dalla porta presso la chiesa di S. Francesco (di cui appresso d) fino alle sponde del Tordino e della Vezzola.
      &) E passando ora alla seconda divisione ufficiale, a dir così, della città, diremo eh' essa andava spartita appunto nella stessa maniera del secolo xiv, cioè, come vedemmo (cap. xiv, § 4), nei sei sestieri di S. Leonardo, di S. Antonio, di S. Maria ad Bitectum, di S. Spirito, di S. Croce e di S. Giorgio; i primi quattro comprendenti la terra vetus e i due ultimi la terra nova.
      e) Teramo era allora murata a doppio giro e guernita di torri, siccome narrammo (cap. xiv, § 4); e gli statuti (1. I, r. 9) provvedevano aila custodia e al mantenimento delle mura e delle torri. Su queste ultime alzavansi, a cura del giudice civile e del notaio de' capitoli, le bertesche, e le mura avevano sotto i cunicoli, di cui per altro erano vietati l'ingresso e 1' uscita (1. Ili, r. 9). I fossati erano affidati alla cura di questo secondo magistrato (1. Ili, r. 16) e il pomerio delle mura, sacro a' tempi romani e nel medio évo, andava libero da ogni occupazione e doveva fra noi serbarsi intatto (1. IV, r. 8).
      d) Le porte, che per le mura davano adito ali' interno della città, erano costrutte e difese, secondochè scorgemmo (cap. xiv, § 4) raccontarci il Muzii. Nel 1440 poi esistevano, giusta gli statuti, le seguenti porte: romana, pretosa (ossia pietrosa), S. Antonio, S. Giovanni (1. I, r. 30), fonte della noce (1. IV, r. 24), S. Francesco e del querceto (Querqueti) (1. IV, r. 136). Di queste esiste ora, e rifatta, quella solo di S. Antonio (abate) col nuovo ma storico nome: melatina; restano tuttora nondimeno le aperture delle antiche porte : romana, fonte della noce e pretosa, che, se non andiamo errati, risponde all'attuale porta S. Giorgio; giacché per essa appunto dovevansi introdurre in città le pietre travertine delle cave di Civitella del Trento, di cui è fabbricata in gran parte la Teramo di que' tempi. La porta S. Francesco abbiamo poi visto (cap. xiv, § 4) essere esistita fra le attuali case Savini ed Urbani e finalmente quella del querceto dovrebbe essere stata la porta


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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VUI-Sue S. Franasti Trotini Vitiole S. Francesco Tordino Vezzola S. Leonardo S. Antonio S. Maria Bitectum S. Spirito S. Croce S. Giorgio Teramo Muzii S. Antonio S. Giovanni S. Francesco Querqueti S. Antonio S. Giorgio Civitella Trento Teramo S. Francesco Savini Urbani Francesco Leonardo Antonio Maria Spirito Croce Giorgio Antonio Giovanni Francesco Antonio Giorgio Francesco