Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      290 Parte III - II comune teramano nell' évo medio.
      biamo già detto (cap. xiv, § 4), della noce, notissima sotto porta Vezzola, gratiana, forse quella ancor detta agen^ana, che, secondo il Palma (i) è l'ancor fluente di S. Giuseppe, de porta vitiole, che da non molto si sperdette fra le onde della Vezzola, la fontana di S. Eleu-terio (sancii kiitherif) tuttora esistente sulla strada, che lungo il Fiumicino mena a Campii e propriamente presso la casa Falchini sul terreno Nardi, e da ultimo le ora ignote bencivenga e bonifilii. Nel 1400 esisteva pure la nota fonte ci hi tracco come vien chiamata in un rescritto del duca Giosìa d'Acquaviva del 1460 (2), che, con lo stesso nome volgare corrispondente a truogolo, tuttora trasuda sulla vecchia strada da Teramo a Giulia, alla distanza di un chilometro e mezzo dalla prima città.
      ;') Ed ora a ciò che riguarda direttamente gli edifizii e incominciamo dalle chiese. Oltre le tre principali : il duomo, S. Francesco e S. Domenico, già da noi ricordate pel precedente periodo (cap. xiv, § 4), gli statuti citano (1. I, r. 61): S. Agostino, abbattuta in questi ultimi anni per le esigenze della prossima prigione e interamente rifatta ; S. Benedetto, già de' benedettini, poscia dei cappuccini ed ora, sempre sotto questo secondo nome, delle figlie della carità, ivi addette ali' educazione delle povere orfanelle, e in fine S. Angelo in populis, ossia de' pioppi, ex parte Trotini, che dev' essere quella chiesetta rurale posta sur un colle a cavaliere del Tordino e ad un chilometro a mezzogiorno da Teramo. Per le chiese gli statuti stabilivano (1. I, r. 6' i) che il consiglio comunale eleggesse gli economi per le prime quattro or nominate.
      &) In quanto poi agli altri pubblici edilìzii, diremo dei palazzi del comune, che sembrano nel 1400 essere stati due, del civile e del criminale. Pel primo abbiamo rifatta la breve storia fino all'epoca presente (cap. xiv, § 4). Ricostruiamo ora l'edifizio siccome doveva essere in questo tempo, assegnandogli insieme col sussidio degli statuti e de' documenti coevi le varie destinazioni. E fermia-movici un po' sopra, giacché molto importa a questa nostra storia, strettamente comunale, stabilire il luogo, la forma e il destino della sede ufficiale della vita cittadina nell' epoca sua più fortunosa. I nostri statuti la chiamano palatium civilium (causarurrì) e babitatio Indicis (1.1, r. 24); un documento poi degli 11 di gennaio del 1447(3)
      (1) PALMA, op. cit., voi. II, p. 135.
      (2) Biblioteca del Liceo di Teramo, Carte PALMA, fase. VII, n. 6.
      (3) Arch. di S. Gio. cit., perg. n. 89, pubblicata fra i nostri documenti in fine sotto il n. xxin.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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