Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      3 ' « Parte III - II comune teramano nell' évo medio.
      S. Agostino, S. Domenico, S. Francesco e S. Benedetto (ora detto de' cappuccini). Amministravano i beni di questi, curandone altresì la fabbrica e i restauri (1. I, r. 61).
      Gli ultimi ufficiali, registrati ne' nostri statuti del 1440, sono i procuratori delle feste religiose. Andavano scelti pel rnaestrato nel numero di quattro buone e idonee persone da qualunque arte (de quaìibet arte) cioè de' letterati, de' mercanti e degli artefici. L'ufficio loro era di raccogliere le pubbliche offerte e di regolare le stabilite feste dell'Assunta e di S. Berardo vescovo e protettore della città, la quale cadeva ai 19 di dicembre (1.1, r. 43).
      14. Dopo gli ufficiali seguono i servi del comune, che negli statuti ci appaiono di tre specie e press'a poco simili a quelli considerati nel precedente periodo (cap. xv, § 14) : baiivi, trombette e portinai. In quanto ai primi, detti baiuìi, essi fra noi, appunto come nelle Marche e nell' Umbria, erano i messi giudiziarii o uscieri (i), a differenza del regno, ove il balio era un giudice (2); e ne rimase presso di noi il nome fino agli ultimi tempi. Erano eletti nel numero di quattro dal consiglio fra i possidenti di almeno dieci lire, godevano l'annuo stipendio di otto ducati e avevano l'ufficio di recare le citazioni e di fare le esecuzioni (1. I, r. 27 ; III, r. 29).
      Seguivano le trombette (tubatores) con lo stesso incarico, ma compito a suon di trombe, e col salario annuo di diciotto ducati. Avevano trombe e trombette (tubicta) con appesevi insegne e banderuole (imignia et banderias) stabilite dal comune, e portavano berretti e borsette (infulam et bursectatn). Accompagnavano gli ufficiali, imboccavano le trombe nelle messe solenni e intervenivano, pregati, alle private feste nuziali, ricevendo dieci soldi al giorno e il dono dei suddetti berretti e borse (1. I, r. 26).
      Da ultimo i portinai (portonarif) custodivano le porte della citta, aprendole all'alba e chiudendole al suono del coprifuoco, con lo stipendio mensile di due soldi per porta e rinnovandosi ogni semestre (1. I, r. 30). Potevano però nella notte aprir le porte ai tardivi (1. IV, r. 40).
      (1) REZASCO, op. cit., alla voce « balio ».
      (2) FARAGLIA, II Comune nell'Italia merid., Napoli, 1883, p. 76.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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