Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XX - Giurisdiz. varie nel per. delle fazioni e delle signorie (1388-1507). 329
      sua libertà per un meschino conflitto di giurisdizione sul castello di Monsampietro, dopoché Paolo III Farnese avea spedito a combatterla suo figlio Pier Luigi? (i) Tanto era in quel secolo matura la fine delle libertà italiane! Fra simili tristi esempii va ancor rammentata Ancona, la quale per volontà di Clemente VII vide spento nel 1532 il proprio libero reggimento; ed è pur qui notevole il fenomeno storico seguente: quello stesso celebre cardinale di Ravenna, Benedetto Accolti, di cui abbiamo visto recentemente messo in nuova luce in un imparziale studio (2) l'animo non pur secolaresco, ma ambizioso e crudele, che poco prima avea sostenuta la libertà anconitana contro le mire clementine, veggiamo poi ad un tratto divenirne tiranno, solo per aver comprata la legazione d'Ancona per 19,000 ducati d'oro. Per fermo tutte le circostanze di cose e di uomini congiuravano allora allo sterminio delle comunali prerogative!- È mestieri dunque conchiudere che tanta analogia e contemporaneità di eventi abbiano avuto una causa comune e, in un cotal senso, necessaria; e certo non peneremo molto a scoprirla quando rianderemo lo strazio delle fazioni e le crudeltà de' tirannelli, che per tanto tempo e specialmente nel secolo xv si avvicendavano a tormentar l'Italia, non che la stanchezza e la apatia che doveano seguirne ne' popoli. Questi, non più fidenti in alcuno e neppure in sé stessi, si abbandonavano senza resistenza alle infauste conseguenze delle lunghe lotte e, vedendo senza rammarico svanire il più prezioso de' pubblici beni, quello della libertà, piegavansi indifferenti alle tirannidi domestiche o forestiere. Era dunque l'abuso de' beni morali, che, come quello de' beni fisici, produce sempre la perdita dei medesimi. Continuo e pur vano insegnamento della natura e della storia! (3).
      (1) Cf. Gius. FRAC ASSETTI, Noi. star, della città ài Fermo, pp. 53 e 54, Fermo, 1841.
      (2) ENEA COSTANTINI, II cardinal di Ravenna al governo di Ancona e il suo processo sotto Paolo IH, Racconto storico, Pesaro, 1891, di p. 425.
      (3) A noi sembra più logico e, diciamo pure, più storico addurre della decadenza politica italiana in questo tempo simili cause intime e dirette, rampollanti dalla natura insieme e dai fatti degli Italiani, anziché attribuir di quella la cagione a certi eventi e a certe combinazioni politiche-e militari, le quali, seguite altrove e non in Italia, avrebbero prodotto la potenza e 1' unità della Francia, ad esempio, e dell' Inghilterra, siccome largamente arguisce il Sl-SMONDI nel capitolo xci della sua Storia delle repubbliche italiane. Invero siffatta argomentazione, a parer nostro, si riduce a supporre di quel profondo e generale decadimento la cagione nel mero caso della guerra o della politica ; il che, pur avendo la sua parte in ogni storia, deve apparire, come unica causa, insufficiente ad ognuno.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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