Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      344 Parte IV - 11 comune teramano nell'evo moderno.
      venire (sempre però nel senso patrizio cittadino e non feudale) al momento in cui andavano ascritti al corpo de' nostri cosiddetti quarantotto. E così la nostra azienda comunale rimase immobile per lunghissimo tempo, subendo solo qualche lieve modificazione, la quale, appartenendo ali' organismo della medesima, sarà tema del capitolo (xxvn) che lo riguarderà. In ogni modo dobbiamo qui accennare a quell' organismo nella parte almeno che concerne il patriziato, notando subito che la vita municipale, sì rigogliosa ed agitata nel medio évo e anche tra noi abbastanza vivace al principio del secolo xvi, andavasi poi illanguidendo nelle vene del popolo, il quale ormai scarsa parte prendeva allo svolgimento della medesima. Così il parlamento, in cui incenrravasi il potere popolare, convocavasi di rado e risolveva solo pochi affari, siccome la scelta de' razionali che dovevano rivedere i conti di chi aveva maneggiato il danaro pubblico, e i deputati alla formazione delle liste delle imposte o, come allora dicevasi del libro delle collette. Nel principio del secolo xvm e fino al cominciàmento delle gare patrizie nel 1766 « l'amministrazione comunale, come narra il « Palma (i), erasi andata insensibilmente a restringere in solo « quarantotto famiglie, le quali, come di diritto ereditario ed esclusivo a tutte le altre, componevano 1' Ordine de' Consiglieri o sieno « Decurioni, e godevano la voce attiva e passiva nella nomina ai « pubblici ufHzii ». L'insieme poi del reggimento nostro municipale in quell'epoca era costituito nel seguente modo: il parlamento, in cui sedevano primi i suddetti signori del consiglio, poi i cittadini detti parlamentarii e da ultimo i rappresentanti del corpo delle ville: il parlamento era presieduto dal regio governatore della città ed il consiglio dal comunale giudice delle cause civili, il quale doveva essere dottor di leggi e apparteneva ordinariamente al ceto patrizio. La cosa andò per la sua via fino al 1766, allorquando il numero delle quarantotto famiglie erasi ridotto a quarantuna, per estinzione di cinque di esse e per mancanza di due altre (di Giuseppe Onorato Ricci e di Berardo Montani), andate esuli dal regno, per essersi i loro capi manifestati favorevoli all'occupazione austriaca del regno nel 1744; né inoltre cura vasi la sostituzione di quelle sette, che erano in detta guisa venute meno.
      9. Ma a questo punto sorgerà spontanea nel lettore la brama di conoscere i nomi di quelle 41 famiglia che all'epoca delle prime gare, nel 1767 cioè, fiorivano in Teramo. Diamogliene dunque
      (i) PALMA, op. cit., voi. HI, p. 224.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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Ordine Consiglieri Hzii Giuseppe Onorato Ricci Berardo Montani Teramo Palma Decurioni