Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XXI - Sua costituzione oligarchica nel per. del patriziato (1507-1770). 35*
      moderna consulta araldica. Ma a tale obbiezione agevolmente si risponde che non si può, checché dica con altro intento, come vedremo, il dispaccio del 1790, credere irregolare un' ascrizione, che anche a q itesi' epoca durava da due secoli e che poteva a suo favore invocare una così lunga prescrizione : senza esitazione quindi devesi riconoscere nel teramano patriziato quel carattere di vera nobiltà decurionale, che esige la suddetta consulta araldica; e questa, considerato tal fatto incontrastato per si lungo tempo e cui niuna sottigliezza di considerazioni giuridiche varrà mai ad invalidare, accoglierà senza dubbio ne' suoi elenchi regionali, quando essi si comporranno, le famiglie oggi ancora superstiti dei nostri famosi quarantotto. Se non che il dispaccio del 1790 non si tien pago solo a negare la nobiltà de' nostri patrizi!, ma di tanto da altresì le ragioni; e queste, essendo in sostanza di fatto e perciò di natura storica, dobbiamo noi qui discutere. Esso dunque non ammette famiglie nobili in Teramo perché non fornite delle qualità richieste, cioè, come abbiamo riferito (§ 11), o lungo possesso di feudi, o titoli concessi dal re, o supremi gradi occupati nella magistratura, nella milizia, nelle dignità ecclesiastiche ; anzi dichiara quelle famiglie prive nella maggior parte di lettere e di beni. Or qui davvero lo spirito del secolo adombra, o almeno non cura la storica verità, giacché se a Teramo mancavano allora in tutte le famiglie patrizie il possesso de' feudi e in molte anche quello dei beni, non venivano però meno in non poche di esse gli altri richiesti titoli. E difatti chi per poco pigli in mano il volume del Palma contenente le biografie degli uomini illustri (i), mietendo di questi un bel manipolo, ne andrà a pieno persuaso. Diamone anche noi qui un saggio ristretto alle sole precipue famiglie notate nel riferito elenco dei quarantotto. Così pei Camponeschi citeremo un Giovanni, vescovo di Motula nel secolo xvn (2) ; pei Cesii un Pietro, vicario generale della diocesi di Mantova nel secolo xvin (3) ; pei Ciotti un Pietro, generale dell' ordine dei chierici regolari in Roma nel secolo xvin (4) ; pei Deifico un Mekbiorre (seniore), vescovo di Muro nel secolo xvin (j); pei Giordani un Pietro Paolo, vicario generale della suddetta diocesi di Muro nello stesso secolo (6); pei
      (1) PALMA, op. cit., voi. V.
      (2) PALMA, op. cit., voi. V, p. 47.
      (3) PALMA, op. cit., voi. V, p. 71.
      (4) PALMA, op. cit., voi. V, p. 72.
      (5) PALMA, op. cit. voi. V, p. 49.
      (6) PALMA, op. cit., voi. V, p. 71.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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