Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      3 J o Parte IV - II comune teramano nell' évo moderno.
      E così Teramo perdette uno de' suoi villaggi, che ne' tempi prosperi sapeva, come vedemmo (cap. x, § 15 e cap. xvi, § 14), invece aggiungere al suo territorio. Miano poi ne' tempi nuovi fu compreso nell'attuale comune della nostra città.
      4. Se non che non bastavano al nostro comune le molestie coi paesi vicini e con quelli soggetti; che esso aveva a sopportarne altre dal lato del governo centrale straniero, ossia dai capitani o governatori, i quali, giusta le leggi teramane anche allora riconosciute, andavano sottoposti al sindacato comunale. Ma in quel mezzo del secolo xvr, epoca funestissima per ogni appartenenza della vita pubblica, quel nobile ed utile diritto esercitavasi a seconda dei tempi, ossia vilmente. Esso, come ci narra il Muzii, e noi vedremo più specificatamente innanzi (cap. xxvi, § i), allorché parleremo delle condizioni generali nostre sotto quegli stranieri governatori, compivasi con grandi «riguardi », spedendosi a prò de'medesimi lettere liberatorie « piene di lodi false ». Seguivano, è vero, anche allora condanne, ma esse erano lievi, e restringevansi a mere relegazioni e multe, siccome in quel luogo vedremo. E qui cade in acconcio di notare che noi possediamo un saggio della forma giuridica, onde il comune esercitava cotesto sindacato, in un documento autentico, non visto dal Palma, e contenente appunto una sentenza di quella natura pronunziata ai 22 di ottobre del 1658 (i). Con essa il capitano Gilberto Muzii e Giannantonio Mezzucelli, quali sindaci di Teramo, condannano alle spese Giandomenico Bernardi, Nicola Rosa, Domenico Mancia di Teramo e Medoro Fabiani di Monticello, perché, senza addurre pruove, eransi querelati di aver ricevuto mali trattamenti dal già governatore della città, Fulvio Riccardo de Gatta, milite napoletano. Anche costui però vien condannato all'indennità di 25 carlini a favore di Andrea di Domenico di Miano indebitamente incarcerato dal governatore. Pagata questa somma dal de Gatta e l'altra di quattro ducati dai querelanti per le suddette spese, i sindaci rilasciano lettere libera-toriali all'uno e agli altri. A pie dell'atto si leggono le sottoscrizioni dei signori del reggimento e dei testimoni: tra i primi son da notarsi Sebastiano Corradi, Gianluigi Berarducci, Filippo Mezzucelli e Giuseppe Urbani, e fra i secondi Francesco Salamita. Nò il cittadino magistrato, per tenere in freno i governatori, stava?', pago a tal legale sindacato, ma ricorreva, almeno in tempi meno difficili, al potere centrale contro i regii ufficiali, che abitualmente non
      (i) Arch. Com. di Teramo, Alti dei Principi,' perg. n. xxxix.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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