Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      3 60 Parte IV - H comune teramano nell' évo moderno.
      uno degli atti del medesimo, così nel capitolo, che questi riguardano, noi lo poniamo. Quell'evento dunque seguì, mercé la riduzione della città da sestieri a quartieri, nell' anno 1562, allorquando appunto si compiva la ricostituzione oligarchica del nostro comune, secondochè abbiamo narrato (cap. xxi, § 2). Tale riduzione, se non accadde proprio in quell'anno, almeno in esso ebbe la sanzione legale. Difatti in un registro di atti comunali degli anni 1560-1563, tuttora esistente (i), leggiamo che nel parlamento tenuto ai 24 di giugno del 1562, malgrado l'opposizione del nobile Gio. Ascolo Forti, prevalse la proposta del cittadino Grazio Delfico, giusta la quale i due sestieri della parte nuova della città (dopo la distruzione del secolo xn) detti di S. Giorgio e di S. Spirito (2), valendo (certo in quanto alla popolazione) gli altri quattro della parte antica, detti di S. Leonardo, di S. Antonio, di S. Maria e di S. Croce, così questi ultimi dovevano ridursi a due. Approvata la proposta, i sestieri furono ristretti a quartieri sotto le seguenti denominazioni ancora oggi vigenti: S. Giorgio, S. Spirito, S. Leonardo e S. Maria. Da ciò seguì pure la riduzione del numero dei signori, capi del cittadino reggimento, da sei a quattro, siccome si dirà al luogo proprio (cap. xxvn, § 5 b').
      7. Nel pieno di questo triste periodo, cioè nel secolo XVH, mentre scarseggiava ogni moto di vera vita pubblica, si moltipli-cavano invece le piccole cure, donde facilmente nascevano conflitti fra le varie podestà. Così il comune gli aveva persine col vescovo, che nel giure feudale era anche allora considerato, come vedremo(cap. xxvn, § 13), quale alto signore, di solo nome per altro. La città, gravata in quel tempo dai molti pesi fiscali, voleva esigere le gabelle dai vassalli del vescovato, allorché questi venissero ad abitare nelle case rurali del territorio comunitativo. Il vescovo Montesanto, a ciò opponendosi, ricorse alla regia camera, la quale ai 28 di gennaio del 1605 dette fuori una provvisione diretta al capitano ed all'università di Teramo, e la quale vietò questa esazione (3). Un altro conflitto sorse fra vescovo e città nel i6'n, allorché il vescovo Visconti minacciò di scomunica i deputati comunali pel catasto, ch'erano, per la formazione di questo, entrati
      (1) Carte PALMA, nella bibl. del Liceo di Teramo, tom. XII, a e. 96.
      (2) Su queste parti della città, dette anche Terra nuova e Terra vecchia, vedi ciò che narrammo al cap. xiv, § 4.
      (3) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 102.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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