Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. XXII - Suoi atti nel periodo del patriziato (1507-1770). $6lnelle terre feudali della chiesa aprutina. Ma questa volta ogni dissidio, mercé un reciproco accordo (i), fu composto.
8. Fra i varii atteggiamenti, che noi qui andiamo esaminando nel comune nostro al cospetto delle calamità, e delle altre vicende di quella triste epoca, va pur notata l'azione sua in mezzo ai politici rivolgimenti. Uno dei principali, se non il massimo, del presente periodo fu quello che s'intitola da Masaniello, è che da Napoli s' irradiò nelle provincie. Allora, mentre Chieti si mostrò avversa al governo di Spagna, Teramo, che pur tanti guai s'aveva dalle milizie e dal fisco di quella nazione, siccome narreremo al proprio luogo (cap. xxiv), si dichiarò favorevole a' suoi oppressori, forse perché sino allora essa era andata libera per opera loro dal giogo feudale. E di vero ne' torbidi quasi generali nel regno, seguiti dopo la sollevazione di Masaniello in Napoli nel 1648, Teramo essendo rimasta fedele ai monarchi spagnuoli, e sospettando del regio governatore Gio. Andrea Valignani, appunto perché chietino, i signori del suo comunale reggimento vollero così assumere da sé stessi la custodia della città, affidandola a' concittadini (2), e inviando insieme Gilberto Muzii, che è da credersi il capitano mentovato nel 1658 (§ 4), in Aquila presso il generale Michele Pignatelli, viceré degli Abruzzi, onde chiedergli soccorso d'armati contro i ribelli che si accostavano alla città (3). Il magistrato prese poi parte ai consigli di guerra radunati dal Pignatelli in Teramo, allorquando questa nella notte sopra i 2 di aprile del 1648 fu minacciata di nero assalto dalle genti neanche condotte dal duca di Castelnuovo, Alfonso Carafa; essa n'andò libera solo per l'energia addimostrata da Torquato Mezzucelli e da cinquanta suoi seguaci, come minutamente dal Giordani riferisce il Palma (4).
9. Ma non in ogni evento la stessa politica prudenza inspirò gli atti del nostro civico maestrato. Così un secolo dopo, e propriamente nel 1744, allorquando gli Austriaci invasero il regno per iscacciarne il novello principe Carlo III di Borbone, i nostri signori, all'entrar che quelli fecero in .Teramo, lor si fecero incontro festevolmente, ed anzi il sindaco Giuseppe Onorato Ricci e i suoi tre colleghi di reggimento nel seguente giorno, che cadde agli 8
(1) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 108.
(2) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 131.
(3) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 133.
(4) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 134.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (383/635)
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