Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Parte IV - n comune teramano nell'evo moderno.
      di giugno, prestarono giuramento di fedeltà all'imperatore. Ma grave danno ebbero a patire colesti fautori dell'occupazione imperiale, specialmente con l'esilio e con la confisca, e il Ricci s'ebbe inoltre diroccata la casa, al luogo detto pur oggi del terriccio dalla ruina ivi operata, mentre sull'area fu eretta ad infamia una colonna :on lapide ricordante l'avvenimento. Quest'ultima vi restò fino alla venuta dei Francesi nel 1806, ed ora si scorge infitta nel cortile del palazzo municipale.
      10. Ma non bastavano al comune, in que' tempi di ozii civili, i conflitti di giurisdizione co' vicini, co' superiori e co' soggetti, qui sopra (§§ 2, 3 e 7) narrati; che l'atonia della vita pubblica lo menava altresì a dissidi! di mere preminenze con le altre podestà. Un piccolo evento di tal natura seguì nel 1748, e noi lo racconteremo con le stesse parole del Palma (i), che lo trasse dalle memorie manoscritte contemporanee del Giordani: « L'etidchetta osservata nelle feste di Corte era che i Signori di Reg^ « gimento, nell' entrare in Chiesa e nell' uscirne, marciassero ai « fianchi, ossia alle due estremità de' Signori del Tribunale; in « Chiesa poi questi occupassero la destra, quelli la sinistra fuori « del presbiterio, gli uni rirnpetto agli altri, e gli uni e gli altri « in sedie a bracciuoli. La preeminenza, che così veniva a darsi « alla Regia Udienza, parve poca cosa al de Leon (allora preside « della provincia di Teramo): onde fatte amovere le sedie tanto « del Tribunale che de' Reggimenti, si situò coli' Assessore (del « regio tribunale) Sanvisente ai gradini del presbiterio senza sedie: « e volle che tanto li, quanto nella marcia, il Civico Magistrato a formasse dietro a loro due una seconda fila. Spiaceva ai Quarantolio tale novità; pure le circostanze consigliarono a soggiacervi per qualche tempo. Ma entrato nel 1749 in esercizio i « sigg. Berardo Delfico, Francesco Saverio Urbani, Niccola Rapinj « e Girolamo Giordani, nella prima festa Regia, la quale cadde « ai 20 Gennaio, si posero risolutamente ai fianchi del Preside e « dell'Assessore. Piccatisi costoro di sì fatta animosità, spedirono « là per là contro tutti e quattro un mandato per eamdem Ecclesiam, che coloro costretti furono n soffrire pel corso di cento « giorni appunto. Ventilata però in Napoli la questione, fu deciso o aversi ad osservare l'antico solito, e le due file di sedie a bràcci ciuoli vennero ripristinate ».
      11. Chiudiamo qui il capitolo e insieme la serie degli atti del
      (i) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 214.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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