Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XXIII - Sua azione contro la feudalità nel per. del patriz. (1507-1770). 3^7
      « d'Aragona, donde sua Maestà descende, siamo stati fedelissimi « et habbiamo sempre per lo servitio loro acramente combattuto, «de submicter ad un Duca d'Hadri, et massime essendo nostro « Capital Nemico per causa et servitio de li prefati Prencipi. Et « a ditto Consiglio farrete intendere, questo Popolo prima voler « patire qualsivoglia exterminio, et fare peggio che li Sagontini, « che venire in potere d' uno suo capitai Nemico, lo quale è stato, « et è principio mezzo et fine de tuite le discordie di questa Città, « e di quanti mali in essa sono subcessi et che ipso solo in età « nostra è stata causa di fare morire centinaia de uomini. Et però « simo disposti di essere tutti tagliati a pezzi con le nostre mogliere et figlioli, che venire nelle sue mani. Pertanto intrepidamente farete sapere a lo Consiglio la totale deliberatioue nostra, « et Iddio voglia, che non ce si dona causa, che vederà con effetto « molto più de quello scrivemo, ad presso ancora, che la Maestà « Cesarea habbia ordinato che la causa nostra si veda sommariamente, questo summarie non si deve intendere che habbia a « prejudicare a le nostre ragioni, pertanto adteso, che in questo « ce va 1' rionore, la vita, e la robba non solo di noj, ma di tutti « altri, che discenderanno, supplicarete a lo Consiglio, voglia si « vida tale causa maturamente, et secundum formam luris, e bisognando sopra di zio ve protestarete. Item presentarete le copie « de li nostri Privilegi de la Cattholica Maestà, offerendo mostrarli « et verificarli in li registri, e per nullo modo mancherete far? tale « offerta, facendoli intendere, che ad pochissimi iorni saranno in « Napoli li altri nostri Sindici con li originali, et altre nostre ragioni. Ancora farete intendere a detto Consiglio, che non trovate « Advocati, alii quali debiamo comandare, ve habeano a difendere « fedelmente, e di ciò richiedetene il detto Consiglio, altrimenti « ve protestarete. Preterea quando vedessete, che per via delli Privileggij ve se facesse alcuna difficoltà contro la libertà nostra, il « che non crederne, ad 1* hora defendaiete la causa nostra con altra « ratione, e direte questa Città non poterse alienare contro la volontà del suo Popolo ; e che se pure Sua Maestà per estremo « bisogno fosse astretta a venderla; ipsa Città se offre, come già « per nante ha ve offerto al medesimo prezzo; et è più cosa iusta, « che Sua Maestà Cesarea se serva de li danari dei soi fideli Vassalii, et che la Città reste nella sua fedeltà, che del Duca, quale « non manche è nemico di Sua Maestà Cesarea, che de questa « Città, et maxime, che Sua Maestà non potè, né deve per bisogno « grande, che tenesse, vendere, et alienare una citte eh' importa


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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