Il Comune Teramano di Francesco Savini
Parte IV - II comune teramano nell'evo moderno.
« al stato di sua Corona. E poi sarrìa non solum impietà, ma « crudeltà, et centra orane lustitia vendere li vaxalli, quali sono « stati sempre fedeli, ad suoi capitali nemici, et maxime essendo « tale nemicitia causata per ordine, et servitij de li prefati Rij « d' Aragona : et che molto più questa Città se contentarla esser * venduta in mano de mori, et de Infedeli, che de un Duca de « Hadrij, e che non è servitio della Maestà Cesarea, che una Città « de importanza come questa situata in li confini del Regno sia « data in poter d' uno, quale sempre è stato nemico di Sua Casa, « et che voglia considerar, che quando lo Duca habia questa Città, « è padrone de tutto Apruzzo, et sarà in suo potere fare quello « che gli piacesse e potè ben penzar che non farrìa occorrendogli, « se non quello eh' è solito fare per lo passato. Itera se quelli signori del Consiglio volesser sommariamente provvedere, et non « darne li benefici] permessi a lure, ve protestarete, et quando o volessero sententiare summariamente, de tale sententia ve appellarete alla Cesarea Maestà, imperzò ci renderne certi, che se per « voi animosamente, et con sollecitudine se produrrando le nostre « ragione, non bisogna questo. Itera ve mandarne allegata una « supplicatione, ne farrete de ipsa copia, una de la quale darrete « al Consiglio de Santa Chiara, et l'altra ad li Regenti. Et per « che li altri Sindici, quali portano danari, ad supplimento, et li « Privileggi, per dubbio di non esser offesi e per majore sicurtà « loro havemo deliberato farli venir con la famiglia del Signor « Viceré, quale domani parte per Napoli. Et potria essere, che per « non lassare tale compagnia, se mittesse in lo viaggio qualche « iornata de più, adziochè interini la causa nostra non patisca, et « voy possate provedere a i bisogni, mandarne Spada longa (i) « con lettera de messer Perocto Guariglia nostro Capitano, ve « siano date subito, subito trenta ducati de carlini, li pigliarete, e « non mancarete de fare ogni providimento. Et perché orane cosa « non si potè commicter per littere et in voy sommamente confidamo, et in la integrità, sapere, et sollecitudine vostra, in le « mani de li quali consiste la salute nostra per esser in facto, et « meglio intender li bisogni nostri provederrete come meglio ve « parerà, perché noy dal canto nostro non mancaremo in cosa « alcuna, et da passo in passo, ce farete intendere el tutto, et de « quanto farrete ne vogliate havere maturo consiglio da boni e
(i, « Cognome o soprannome dell' espresso », annota qui il PALMA (volume III, p. 223).
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (390/635)
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