Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XXIII - Sua azione contro la feudalità nel per. del patriz. (1507-1770). 3 77
      ziarii e militari della mala signoria spagnuola. Non pertanto essi, anche in tempi lontani dal pericolo di private dominazioni, siccome era fra noi il secolo xvn, non trasandavano le opportune sollecitudini per ovviare ad ogni rischio di ricadere sotto di quelle quando se ne porgesse l'occasione. Abbiamo veduto (cap. XXH, § 8) com'essi nella quasi generale rivoluzione del 1648 si diportassero a favore dei re di Spagna. Credettero perciò di doverne trarre il loro prò, e inviarono, nello stesso anno 1648, come ci rivela il Tullii (i), il concittadino F. Giovanni Camponeschi, vescovo di Termia, in Napoli presso Don Giovanni d'Austria per ottenere il premio di tanta loro fedeltà. Questi, col parere del regio collaterale consiglio, accordò tutte le grazie domandate, le quali però, per la subita partenza di quel principe, non poterono essere trascritte in apposito documento. Ma se non l'ebbero allora, ottennero più tardi il desiderato diploma, e propriamente dal re Filippo IV agli 8 di aprile dell'anno 1660. Esso fu visto dal Palma nell'archivio comunitativo (2), e viene esaminato dall'Antinori (3), da cui noi togliamo la seguente analisi: «Nel 1660 la città di « Teramo presentò al re Filippo varj Privilegj riportati dai passati re (cioè, come supplisce il Palma (4), di Giovanna II dei « 4 di febbraio del 1426, di Alfonso I dei 6 di maggio del 1448, « della regina vedova Giovanna dei 15 di maggio del 1517, di « Ferdinando I dei 26 di ottobre del 1465 e di Carlo V dei 15 « di febbraio del 1530), contrasegni dei gradimenti della fedeltà « de' suoi cittadini, e de' servigj prestati, e fra essi quelli de' quali « stava in possesso, e precisamente di non poter essere venduta « altrui in alcun tempo, e per ninna causa, di celebrare il Mercato « in ogni Sabato, colle franchigie pe' suoi, e suoi vicini, di poter « intromettere ed estrarre qualsivoglia genere di Mercature, per « terra, di fare una Fiera, che prima si denominava di S. Michele « Arcangelo, e che allora si faceva nella Pentecoste per quindici « dì libera dai diritti di Dogana per terra, e per mare soltanto « nel porto di S. Flaviano, allóra di Giulianova, come da Privilegio originale e da provvisioni di Camera in esecuzione di « quelli. Cercò in riguardo d'altri considerabili servigj in tempo « delle rivoluzioni, quando di tutta la provincia d'Abruzzo, solo si
      (1) TULLII, Uomini illustri di Teramo, p. 88 (Teramo, Consorti, 1766).
      (2) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. i}6.
      (j) ANTINORI, Mtm. mss. cit., ad an. 1660. (4) PALMA, op. e loc. cit.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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