Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      3°° Parte IV - II comune teramano nell1 évo moderno.
      è da trasandare nel racconto, che anche prima che principiasse il triste periodo della dominazione spagnuola, la quale per noi s'iniziò, come narrammo (cap. xxi, § i), nel 1518, e ancor durando il benigno reggimento della vedova regina Giovanna, noi avemmo un saggio di ciò che si fosse un alloggio spagnuolo: ce ne informa l'Antinori, che ne trasse la novella da un instrumento del 1505 del nostro archivio commutativo (i); ma pare che allora le spese se le addossasse il fisco e le anticipasse il comune, e ciò certo in forza del privilegio del 1517 che rendeva Teramo esente dagli alloggi (cap. xxii, § i), come risulta dalla forma della notizia che noi qui ripeteremo con le stesse parole dello storico abruzzese. « Nel 1505 le genti d'arme dimoranti in Terarno alla presenza di Cuviglion Spagnuol Governatore e Giudice delle cause « civili della Città, e del nobil uomo Jacopo Salamita Sindico « Generale della Città stessa, pel mezzo di Giovanni D'Alvarez, « Pietro Forense, Antonio Roda ed altri ufficiali confessarono d'aver « ricevuto da esso Sindico sedici tomoli di grano per ciascun'Armigero per ciascun mese di Gennaio e di Febraio formanti la « somma in tutto di dugentocinquantasei, e il prezzo di ducati « dugentotrentaquattro così fissato per ordine del Gran Capitano, « e del Viceré, e Governatore degli Abruzzi, delle Terre della Montagna, e di Città Ducale Andrea di Capoa Duca di Termoli, da « essere poi bonificati ne' Conti dei pagamenti Fiscali ». Se non che tal fatto apparterrebbe da un lato, per l'epoca, al periodo precedente e dall'altro (se le spese cittadine furono rifatte) non dovrebbe annoverarsi fra le oppressioni soldatesche : in ogni modo, avendone noi a parlare, questo è il miglior luogo per esso. Comunque siasi, la serie de' veri guai militari comincia per noi, come abbiamo detto or ora, nel 1520, e dura ad imperversare per un bel ventennio con una somma di mali descritti dal Muzii in modo da destare l'orrore di chi legge, e con una coda di altri danni che si stende fino alla metà del secolo decimosesto, siccome vedremo (§ 5). Basti il dire che nel suddetto ventennio gli alloggi militari (non compresi i danni della peste del 1527, introdotta anch'essa in città dalle milizie spagnuole) cagionarono, giusta i calcoli del Muzii (2), una perdita di 200,000 ducati, somma enorme
      (1) ANTIXORI, Meni. mss. cit., ad an. 1505, ove si cita un instr. di notar Berardino Sotto di Teramo <•. act. ibid. in Palat. Comun. in scxterio S. Leonardi, ind. 8 die., 5 feb. 1505 ».
      (2) MUZII, op. cit., dial. 7°.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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