Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Parte IV - II comune teramano nell' évo moderno.
      punto nel successivo anno 1518. Furono quelli anni di prosperità per noi, siccome già narrammo (cap. xvn, § 1 1), ma è bene dar qui ai nostri fatti fiscali uno sguardo prima di entrar nel pelago dei mali finanziarii, che a noi arrecò quella funesta signoria. Quel privilegio attesta dunque in prima il diritto che avevamo di esigere le gabelle e i proventi giudiziarii, e ciò per pagare gli stipendii del regio capitano, allora proposto alla reale nomina dalla città, e de' suoi ufficiali : le rappresaglie fiscali si potevano fare soltanto sulle terre ipotecate, e talvolta, siccome nel presente caso, si condonava un terzo delle tasse a vantaggio della ricostruzione delle mura cittadine, valendo anche come tasse le multe fiscali sugli omicidii ; era però vietato il far fondaco a danno del regio erario. Infine si accordava a Teramo, in grazia della povertà delle sue terre, l'esenzione dagli alloggi militari: e qual benefizio questo si fosse abbiamo già visto nel precedente capitolo, quando vi abbiamo descritto le immense sciagure piombate sui Teramani per effetto di quegli alloggi.
      2. Ma tosto si agiato vivere doveva sparire tra noi per dar luogo, in sul primo inizio del triste vicereame, alle famose oppressioni fiscali spagnuole. Ne avemmo allora il primo saggio in quei donativi, gentil nome di odiose tasse, per cui soltanto si adunavano in Napoli talvolta i parlamenti generali del regno. Il Palma (i) vide nell'archivio comunale un registro di conti del 1526, in cui menzionavasi il salario di due nostri messi, Domenico Urbani e Colantonio Consorti, inviati ad uno di quei parlamenti: non trascorsero molti anni e la nostra università dovè contribuire nel 1532 ad un altro simile donativo (2).
      3. Ma un peso fiscale di gran lunga maggiore cadde sul nostro povero comune all'epoca del gran riscatto dalla servitù feudale, allorquando esso, per andar schivo da questa, si sottopose, siccome narrammo (cap. xxui, § 2), a pagarlo nella somma di 40,000 ducati. Vero si è poi che ne sborsò solo una parte, sapendo causare tutto il resto nel 1528, come pur vedemmo (cap. xxm, § 6). Nondimeno per ovviare a tutte queste spese dovè il magistrato ricorrere a nuovi balzelli, quale si fu la colletta detta di libertà : anche più tardi, nel 1559, cioè solo pel timore, allora rinato, di ricadere nel dominio di privati signori, il medesime impose una speciale colletta (cap. xxm, § 8).
      (1) PALMA, op. cit., voi. II, p. 232.
      (2) PALMA, op. cit , voi. Ili, p. io.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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