Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Parte IV - II comune teramano nell'evo moderno.
      mento di una guardia fissa a spese della provincia: ma tanto non bastava; un balzello di due grana a fuoco fu imposto ai comuni pei commissarii detti della sanità (i).
      6. Ma al povero magistrato cittadino, messo cosi alla disperazione, non suffragava il ritratto di tante e sì importabili tasse, e per ovviare a sì gravi necessità si volgeva esso non solo a' pegni, siccome ora abbiamo veduto (§ 4), e come pur fece nel 1522, allorché, a quanto narrammo (cap. xxm, § 5), impegnaronsi per varii anni 2000 ducati sull'entrata delle gabelle, ma anche ricorreva ad una maggiore estensione nell'imporre, violando le immunità dei privilegiati. Difatti le esenzioni a favore de' baroni, paganti solo adoe feudali, del clero e dei militi da ogni tributo ordinario e straordinario, cadevano a' danni de' comuni, e Teramo tentò più di una volta di rifarsi; ma male gliene incolse, che i tempi non permettevano tanta eguaglianza. Così nel 1605 la vedemmo (cap. xxu, § 7) dare indietro, poiché volle riscuotere le gabelle dai vassalli vescovili; nel 1648 poi, allorché la nota rivoluzione di Masaniello portò con sé la penuria e la tassa di cinque carlini a fuoco posta su ogni comune abruzzese (2), e il nostro magistrato determinò di assoggettare il clero alla gabella del macello e della macina, questo seppe andarne esente (3). Anzi nel 1650 la finanza municipale corse un pericolo ancor maggiore; il clero, adunato in capitolo generale per opporsi alle pretese fiscali del comune, poco mancò non deliberasse ai 27 di aprile di quell'anno lo stabilimento di un macello e di un mulino proprii (4). Per siffatto modo i nostri finanzieri non sapevano più ove dar di capo!
      7. Se non che in questa nostra corsa vertiginosa, attraverso la via dolorosa del nostro comune, conviene arrestarci un momento a considerare lo stato generale del suo bilancio, come oggi si direbbe, all'entrar della nuova e funesta epoca. Ciò ci varrà come guida alla conoscenza delle forze economiche che la città poteva allora schierare nella terribile ed incessante guerra che alla sua prosperità faceva il governo spagnuolo. Tali notizie ci fornirà un registro comunale intitolato Inlroitus gabellarwn, e che va dal i° di settembre del 1530 all'ultimo di agosto del 1531, ancora esistente in archivio ai tempi del Palma (5). Vi appaiono dunque in prima
      (1) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 115.
      (2) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 131.
      (3) PALiMA, Op 6 1OC. cit.
      (4) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 137.
      (5) PALMA, op, cit., voi. Ili, pp. 6 e 7.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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