Il Comune Teramano di Francesco Savini
Gap XXV - Sue vicende finanziarie nel periodo del patriziato (1507-1770). 393
le imposte comunali della canna e della bilancia (passus et staterai), poi i debiti contratti dall'università coi mercanti in panni e stoffe, i pegni (tra cui appare persine il pastorale vescovile), le restituzioni in danaro agli economi delle chiese invece degli argenti toltine, l'acquisto di tori per le cacce offerte agli spagnuoli (e vedi scarsezza di moneta, un toro costò scudi cinque e mezzo!). Era poi cura del reggimento il provvedere ai doni da offrirsi, senza tanti riguardi, agli impudenti contatori de' fuochi, acciò il numero di questi comparisse minore del vero, e quindi meno gravosa riuscisse la tassa sui medesimi ; il ruolo di questi dicevasi fumante, e •quella tassa sborsavasi a rate quadrimestrali sotto nome di tern, a Pasqua, ad agosto ed a Natale. I dazii indiretti, il cui provento serviva alle spese comunali, colpivano il macello, il mulino, il forno, i pesi e le misure e la vendita a minuto del vino, non che l'entrata del mosto, delle ulive, delle fecce vinose, del legname •verde, del zafferano, del pepe e di ogni altra spezie ; il dazio gravava infine l'uscita o tratta del grano dal territorio della città. Inoltre questa riscuoteva la consohria pel bollo sui panni teramani, i danni dati provenienti dalle composizioni private pei guasti campestri, le querele che affittavansi, la fida delle pecore, ossia il ritratto de* pascoli comunali e la tassa dei forestieri (forensiuni) (i). Con le rendite della ma:trodatiia, o cancelleria come ora direbbesi, il comune stipendiava il mastrodatti o cancelliere, e con le sportale, o proventi delle sentenze, delle corti del capitano regio e del giudice civile pagava questi due ufficiali dando ogni bimestre dodici ducati al primo e otto al secondo. Così pure a bimestre sala-riavansi gli altri minori ufficiali del comune, ricevendo y ducati il razionale, 6 ducati e quattro celle il maestro di scuola; erano altresì agli stipendii dell'università due trombettieri (praecones) e tre serventi (baiivi). Da ultimo assegnavasi qualche somma alle chiese ed alla dotazione di fanciulle povere. Notiamo intanto che tutti i balzelli dovevano sborsare altresì i paesi soggetti a Teramo, eccetto però, siccome vedemmo (cap. XXH, § 3), i pesi della macinatura del grano e della rimettitura del grano, del mosto e delle
(i) Notiamo qui che il PALMA (v. Ili, p. 7) intende la voce forensium nel senso classico e quindi l'interpreta per tasse forensi ossia del tribunale del capitano. Ma egli non avverti che quella voce è qui usata nel senso medioevale di forestiero (v, pure REZASCO, Dinoti, amministr. Hai.), siccome appunto l'adopera sempre il testo de* nostri statuti del 1440. Quale poi si fosse tale tassa ci mostrano essi statuti nella rubrica 50 del libro I (Firenze, 1889); era cioè quella del quartuccio che pagavasi dai forestieri su ogni mercé.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (415/635)
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Pasqua Natale Teramo Dinoti Firenze
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