Il Comune Teramano di Francesco Savini
394 Parte IV - II comune teramano nell'evo moderno.
ulive. Ciò malgrado abbiamo visto in quel luogo i paesi far di tutto per staccarsi dalla città onde andar liberi dai nominati balzelli. Ecco dunque quale si svolgeva la vita finanziaria fra noi in sul principio del presente periodo, che tanto funesto doveva riuscire ad ogni ramo della pubblica prosperità!
8. Tale era lo stato finanziario nostro allora e sì magro il pubblico bilancio! Guardiamo ora quello per un momento sotto l'aspetto dei danni che all'erario comunale cagionavano i banditi e chi li combatteva. Quale e quanta piaga questa si fosse abbiamo già veduto (cap. xxiv, §§ 8 e 9), e possiamo quindi agevolmente scorgere le immense perdite patite dalla città pel lungo periodo della sua durata, dal 1562, cioè al 1684. Non ripeteremo perciò qui il detto nel citato luogo : solo accenneremo che nel parlamento generale del regno tenuto in Napoli nel 1596 furono pòrti i gravami continui delle esauste università. Dette nondimeno loro qualche ascolto la prammatica del viceré conte di Lemos dei 31 di ottobre del 1600.
9. Ma per avere un'idea tanto sicura quanto compiuta delle miserande condizioni finanziarie del comune teramano nel colmo di questo periodo, siccome a dire nella prima metà del secolo xvn, bisogna prendere in mano il bilancio di esso comune del 1627, esistente ancora nell'archivio di Stato in Napoli, e ultimamente pubblicato dal Faraglia (i), e che è pregio dell'opera riprodurre in fine fra i nostri documenti (n. xxxvi). Le partite ivi appaiono press'a poco eguali a quelle del registro dianzi esaminato del 1530 (§ 7), ma è inutile che qui andiamo analizzandole capo per capo, sendochè è agevole al lettore far ciò col dare un'occhiata al documento a pie dell'opera. Ci staremo paghi solo ad accennarne la sostanza, notando che le entrate comunali salivano a ducati 4,809.65 e le uscite a 7,283.96 (in cui i soli pagamenti fiscali comparivano per ducati 3965). Diremo pure di passaggio che in questo bilancio la popolazione della città e delle sue ville s'appalesa nel numero di fuochi o famiglie 845, notandosi insieme « che al presente sono « 417» forse in grazia, potremmo noi aggiungere, dei compiacenti contatori del governo. Di ciò del resto parleremo al luogo proprio, quando, cioè, terremo discorso delle condizioni dcmografiche nostre in questo periodo (cap. xxvi, § io).
10. Frattanto a regolare il pagamento di tanti e sì diversi balzelli, e particolarmente de' cosiddetti donativi, era necessario il
(i) FAKAOLIA, 11 Comune nelf Haliti meriti., Napoli, 1885, pp. 362-367.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (416/635)
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