Il Comune Teramano di Francesco Savini
402 Parte IV - II comune teramano nell'evo moderno.
con le grandi spese pel riscatto dal feudalismo (cap. xxv, § 2), poi la rovina totale di quella per le enormi e continue requisizioni ed alloggi militari (cap. xxv, § 3), per le conseguenze delle epidemie (cap. xxv, § 5), per le importabili tasse regie e comunali (cap. xxv, § 7), e pei disastri cagionati dai banditi (cap. xxv, § 8). Oltremodo poi misero ci appare lo stato finanziario del comune mercé il bilancio del 1627 (cap. xxv, § 9), e non meno povero continuò ad essere anche dopo la riacquistata autonomia del regno nel secolo xvui, pel patito sequestro fiscale di tutt'i proventi comunali (cap. xxv, § io).
5. Ognuno poi intende quale stato economico nel popolo scaturisse dalle suesposte condizioni finanziarie del comune. Te-ramo aveva goduto all'inizio di questo periodo, nel breve tratto di tempo (1507-1518) trascorso sotto la benigna dominazione delle due regine di nome Giovanna, una notevole prosperiti.
a) II Muzii ce la descrive con vivi colori, ed è opportu-nissimo quindi servirci qui delle stesse sue parole (i): « I cittadini « in generale, mentre stettero sotto il Dominio di quelle regine, che « furono circa undici anni, sì per li pochi pagamenti Reginali, sì « perché vissero in pace, sì anco per non aver patiti alloggiamenti, « avendo ciascuno atteso a mercanzie e trafichi, et all'arte de i « panni, erano divenuti facoltosi di danari, e d'altri beni mobili, « di modo che molti poteano d'improvviso prevalersi di migliaia « di scudi. E non era riputato cittadino di conto colui, che non « havea in casa quattro, tré, o almeno due grosse tazze d'argento, « e che le loro donne maritate, ne i giorni festivi, non havessero « portato sopra almeno quattro libre d'argento in grosse cinture, « in bottoni e piastre tempestate per le vesti variate di forma e « di modi secondo i varii colori di dette vesti. Tutte queste ricci chezze e gl'argenti delle Chiese per maggior parte furono consumati ne i venti anni, che seguirono ». Ed è questo appunto quel ventennio, di cui abbiamo descritto le miserie al proprio luogo (cap. xxiv, § i). Da quei gravosissimi alloggi militari, dalle continue requisizioni e da tutte le spese, tasse, donativi ed anche dalle epidemie narrate da noi nei due antecedenti capitoli, le condizioni economiche de' privati, scesero tanto in basso da far dire al Muzii l'or riferita frase: « Tutte queste ricchezze per maggior parte furono « consumate in vent' anni ». Ecco la sorte di un popolo che sì facilmente si rendeva preda altrui! Ma il colmo delle teramane mi-
(i) Mozn, op. cit., dial. 6°, in fine.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (424/635)
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