Il Comune Teramano di Francesco Savini
406 Parte IV - II comune teramano neflr évo moderno.
vicina Penne ad esempio) ad ottenere la nobiltà. E cosa singolare ! Siffatta scarsezza di beni, che fu anche la causa della mancata, grandezza e prosperità della nostra patria e che durò, come si è detto, sino alla fine del governo patrizio, costituì una delle ragioni addotte nel 1770 dalla regia podestà per dichiarare insostenibile il teramano patriziato, siccome al proprio luogo narrammo (cap. xxi, §§ li e 13). E non ci voleva meno dell'abolizione del feudalismo e dell' accrescimento del commercio, seguiti ali' entrar del secolo xix, per rendere agiate ed anche ricche le vecchie e nuove famiglie teramane.
7. Nelle condizioni economiche e sociali generali si rispecchiano necessariamente quelle speciali delle arti, delle industrie e del commercio; e certo queste non potevano fiorire quando quelle languivano. Eppure l'arte della lana resisteva più di ogni altra ai colpi dell' avversa fortuna. Così abbiamo veduto (cap. xxiu, § 6} nei frangenti del 1523 i Teramani poter saldare una parte del loro debito fiscale coi pannilani delle patrie officine, e nel bel mezzo del secolo xvi (cap. xxvn, § 9) vedremo i consoli della lana, magistratura municipale, provvedere ai privilegii goduti da quell* arte e che doveano, anche allora, esser regolati dalle leggi cittadine già esaminate del 1440 (cap. xvm, § 3 e). Tale notizia dei detti consoli è assai importante, giacché ci fa certi esistere in quel tempo le corporazioni delle arti, almeno quella dei lanaiuoli, sebbene delle medesime non possediamo più dirette informazioni. Ed anche nel-l'inoltrarsi di questo secolo xvi, tanto fatale, come abbiamo veduto, alla prosperità cittadina, veggiamo fiorente il famoso lanificio teramano. Difatti il Palma (i), sempre prezioso raccoglitore delle più minute ma utili notizie patrie, cita due atti privati di quest'epoca: il primo, dei 13 di marzo del 1564, provvedendo al corredo nuziale di alcune fanciulle, parla di una veste detta « Camorra, panni « rubei teramani » da guernirsi di velluto di Calabria, secondo l'uso: l'altro, del i° di gennaio del 1569, assegna ad una monacanda, fra 1' altro, una veste « panni nigri florecti teramani ». Si noti quell'epiteto teramani che rivela una particolare foggia di fabbricazione locale ammessa e accreditata nel generale commercio. A tale industria, e, per avventura, ad altre ancora deve alludere la già da noi vista (cap. xxni, § 9) confermazione regia del 1660 della libera entrata ed uscita terrestre per Teramo di ogni mercanzia, come anche marittima, con qualche riserva, e soltanto
(t) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 47.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (428/635)
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Penne Teramani Palma Calabria Teramo Siffatta
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