Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      40° Parte IV - 11 comune teramano nell' évo moderno.
      dunque esortava i cittadini che « si osservassero le franchigie, si « avesse cura de' frutti notabili del territorio, si esercitassero le arti « e i negozi con puntualità, si accarezzassero gli artefici forestieri « e si estirpassero gli abusi. Consistevano (i consigli del Muzii) « nel ravvivare la Compagnia della Carità tanto utile ai poveri, «precisamente vergognosi, nel 1580 afflitta la città dal male del «Montone (i), e nel 1581 da alloggiamenti e carestie, i Priori « della Compagnia girarono, e sollevarono notabilmente molti poveri. Ravvivare pure il Monte della Pietà da molti anni estinto. « Oltre al Vescovo e ai Canonici, che hanno la cura degli spedali, « deputasse il Magistrato i revisori de* Conti. Nel Mercato del Sabato e nei due di precedenti e seguenti, non si facesse esecuzione o rappresaglia, né tampoco per debito fiscale, rimettendo « su ciò l'osservanza de' privilegi, 'a quale trascurata aveva diminuito il concorso, e le botteghe le quali prima si vedevano piene « dal pubblico portone detto di S. Francesco (2), sino alla Piazza « oltre alle tende in essa, e oltre al bestiame numeroso nella Piazza «superiore, nell'altra della Cittadella, e talvolta nelle strade contigue. Diminuite ancora le Osterie, che prima erano sette, mancato notabilmente il concorso nelle tre Fiere (3). Essere prodotti « notabili quelli degli Olj, delle sete e delle carni porcine, e si dovevano perciò moltipllcare le piantagioni degli Olivi, dei Mori, « dei Gelsi e delle quercie. Entrare molto denaro dalle vendite dei « panni di lana lavorati in Teramo: Se ne osservassero i capitoli « dell' arte, e si accreditassero i panni con buone manifatture : S'intraducessero tessitori di sete e di velluti, Ricamatori, Pittori, Scultori forestieri, dai quali apprendessero i Cittadini : Essere dismessa « l'arte della stampa, già introdotta e doversi rimettere: Prescrivere « pene e rimedj contro i depredatori de' frutti delle possessioni e « delle Colombaje: Fece ricordanza di Cesare Alessio stato già suo e maestro di grammatica. Invitò la Città ad emulare virtuosamente a altre Città, non già quelle di Chieti, o dell' Aquila, benché lo « meritino, anche per essere poco differenti di giro, e spesso vedute dai Teramani; perché non potevano essere imitate, mancando in Teramo molte cose e comodità, eh' erano in quelle. « Essendo Teramo situato in piano alquanto rilevato, e circondato « da due fiumi distante a dodici miglia dal mare ali' Oriente, avendo
      (1) Di questo morbo, detto pure del « castrone », diremo più innanzi ($ 9)
      (2) La porta che esisteva, presso S. Francesco, tra le case Urbani e Savini. (j) Erano quelle di Pentecoste, di S. Michele e di S. Domenico.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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