Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XXVI - Sue condizioni nel periodo del patriziato (1507-1770).
      « all'Occidente l'Appannino, al settentrione e al mezzogiorno due « Colli, e possedendo territorio distribuito in Colline, e in pianure; « desidererebbe, che prendesse ad emulare Ascoli consimile in tante « cose. Si troverebbe che in Teramo sono inferiori le Chiese, gli « Altari, i Palazzi del Governadore e del Magistrato, la Piazza, le «strade, i portici (i), i Palazzi, le Torri. Cercare dunque per qual « via gli Ascolani pervengono a gradi, a dignità e a ricchezze e « imitare quelli nelle applicazioni alle armi, agli studj, alle arti, « alle virtù, ai costumi. Dovere i cittadini rammentare di essere « stata Teramo colonia de' Romani, capo di Provincia, residenza « di Presidi, madre d'uomini illustri. Disfatta da' Goti, riedificata « da' Longobardi, nobilitata dai Conti. Nuovamente distrutta, ristorata nuovamente, e ingrandita. Restare gli edificj magnifici « della Cattedrale e d'altre Chiese, dei tre Conventi di S. Domenico, di S. Francesco, di S. Agostino, di palazzi nobili in più « luoghi, specialmente avanti alla Nunziata, e S. Francesco (2). « Aver sofferte circa il 1345 (3) le inimicizie fra Enrico di Melatino «ed Antonello di Giovanni (4) con fazioni e aderenze; e con « danni e distruzioni, e poco meno che rovine. Essere perciò mancala d'abitatori, e di titolati, ma ritenere nondimeno forma di « Città, e Cittadini onorati e ricchi e potere, ben regolata, tornare « alla granderza di prima ». Fin qui il Muzii riferito dall* Antinpri e in questo lungo tratto ben si scorge tutto lo sforzo dall' ingenuo e patriottico autore sostenuto a difesa della miseria edilizia ed economica della sua città con quel frutto che l'accorto lettore vede chiaro da sé. In ogni modo esso appare utilissimo alla conoscenza intima dei fatti cittadini di quell'epoca, e si è perciò che noi io abbiamo riprodotto in tutta la sua lunghezza.
      Intanto noteremo noi che quel che scrive qui il Muzii intorno alle arti, alle industrie ed al commercio teramano ci richiama naturalmente a quelle corporazioni d'arti che pur allora, se non politicamente, economicamente fiorivano in Italia. In quanto poi al fatto nostro, se non abbiamo per questo secolo xvi memoria di esse per le altre arti, possediamo però, e nella menzione dei capitoli dell'arte della lana fatta nel riportato squarcio dal Muzii e
      (1) L' apografo dice v poderi »; ma è certo errore.
      (2) Quest'ultima è la casa antica dei Di Melatino, tuttora intatta, e di cui noi abbiamo data altrove la figura (/ signori Di Melatino, Firenze, 1881, tav. XI).
      (3) Corrige: 1388, quando esse inimicizie scoppiarono (V. cap. xvi, § i). 00 Della famiglia Di Valle.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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