Il Comune Teramano di Francesco Savini
4IO Parte IV - II comune teramano nell'evo moderno.
in quella dei consoli della stessa arte or ora fatta da noi, una pruova che almeno la corporazione dei lanaiuoli esistesse allora fra noi. Pei secoli posteriori v'ha ricordo di altre società di artefici. Così nel secolo xvm, a proposito di una descrizione di una grande festa popolare celebrata in Teramo nel 1768 e che noi più innanzi (§ 8 e) riferiremo dall'Antinori, sappiamo che vi fiorissero allora le comunità, come si chiamavano, dei barbieri-parrucchieri, degli orefici e dei mercadanti. È notevole frattanto che tra questi artefici non si trovi alcun cenno de' lanaiuoli, il che ci fa credere che quest' arte, la quale per tanti secoli avea formata la gloria e la ricchezza dei Teramani, fosse in tutto scaduta, come del resto abbiamo narrato in questo stesso paragrafo. In ogni modo le citate comunità col prender parte mercé il proprio danaro, come vedremo, a quella festa, mostravano di godere una certa florida vita. Xulla poi vieta che noi possiamo supporle avanzi di quelle più potenti, che si resero celebri nel medio évo, e delle quali, se non abbiamo potuto trovare abbondanti notizie, pur possediamo, come ai proprii luoghi narrammo, segni notabili.
8. Dall'esame delle condizioni delle arti varie e delle diverse classi fiorenti in questo periodo, ed aventi proporzionata influenza nel governo municipale, passiamo ora a dir qualche cosa degli usi e de' costumi in esso tempo dominanti ed in pecuiiar modo delle feste municipali, non che delle fogge e dei contrassegni del comune e de' suoi magistrati.
a) Le feste pubbliche sono state sempre gran parte della vita popolare. Al principio del presente periodo e fino alla metà del secolo xvi durava ancora, malgrado il pubblico divieto e con quelle sozze circostanze, di cui narrammo al proprio luogo (cap. xvnr, § 4 d), la festa popolare che celebravasi in memoria della caduta della tirannia di Antonello di Valle, seguita nel 1390. Ma la festa non meno popolare e propria di questo periodo, perché in esso instituita e cessata, fu quella detta di Sant'Anna. Venne stabilita, giusta il Palma (i), nel 1559, a ricordo della pace cittadina in quell'anno fermata, e, durata fino al 1751, apparve chiaramente municipale e nelle insegne appartenenti ai varii quartieri della città e negli altri simboli, tutti allusivi alla suddetta pace. Ne abbiamo tre descrizioni: la prima, che è la più antica ma anche la più fantastica, trovasi presso il nostro cinquecentista, monsignor Principio Fabrizii (2):
(1) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 42.
(2) FABRIZII PRINCIPIO, Delle allusioni, imprese tee., sopra la vita et opere di Gregario XIII, Roma, Grassi, 1588,1. VI. — Vedi : Sonetto 116 del lib. Ili, tit. IV.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (432/635)
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