Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      420 Parte IV - II comune teramano nell' évo moderno.
      precisa e fissa di questo stemma col sussidio della storia e dell'arte blasonica. E ciò è altresì servizio pel lettore di questo scritto e, meglio ancora, ufficio dello storico, a cui noi nel modo più compiuto-che ci sia concesso, qui adempiamo. La storia per verità non ci porge molti elementi, oltre quello medioevale or ora riferito, giacché recenti assai presso di noi sono i rimasti esemplari della cittadina impresa, ma essi ricevono bastevole luce dai precetti araldici. Ad esempio, nella cappella di S. Berardo al duomo, eretta nella prima metà del secolo xvui, abbiamo sulla cancellata d'ingresso alla medesima due stemmi: uno di ferro battuto a martello, che, non indicando i colori, presenta però le crocette trifogliate : la corona e ducale. Sull'arco poi è l'altro a colori a fresco sul muro e consiste nella banda azzurra con la scritta in nero Teraimtm e le crocette trifogliate d' azzurro in campo rosso ; errore in araldica, che non permette lo smalto sullo smalto. Sul portone del palazzo comunale vedesi su tavola, più recentemente dipinta, quest' arma con la stessa forma e colori e con la medesima corona ducale esistente nello stemma precedente. Una più conforme alle regole araldiche, ma che per esser troppo fresca non si dovrebbe qui rammentare, è quella che scorgesi, pure dipinta a fresco, nell'atrio della stazione ferroviaria di Teramo. Campo rosso, banda d'argento caricata della parola Teramum in nero e accompagnata da due crocette trifogliate d'argento: corona di marchese. Ai lati ha i quattro gonfaloni de' quattro rioni. In alcuni codici teramani stampati appaiono pure la banda azzurra e le crocette piane. L'Ughelli, scrittore come ognun sa, della seconda metà del secolo xvn, riporta lo stemma inciso così: scudo sannitico, campo rosso, banda d'argento con la scritta Teramani e crocette in nero (certo per ispeditezza e comodo dell'incisore) (i). Nelle marche da bollo usa oggi il comune il campo rosso, la banda d' argento caricata del motto Teramum e accompagnata da due crocette piane d'argento. Non è a dire poi come fuori sieno svariati, specialmente negli smalti e ne' metalli, gli stemmi della città e della provincia (che regolarmente è identico a quello della città, senza però la parola Tcrcuniurì) : ad esempio nella grande sala del nuovo palazzo della Banca d'Italia in Roma, fra le arme delle maggiori città d'Italia, spicca quella di Teramo, in cui però con nuovo esempio si scorgono il campo e le crocette alternate di rosso e d'argento, ossia il campo tagliato dalla banda è da una parte rosso con crocetta piana d'argento e
      (i) UGHELLI, Italia sacra, in Aprmin.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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