Il Comune Teramano di Francesco Savini
422 Parte IV - II comune teramano nell' évo moderno.
in campo rosso ; Messina ha la croce d'oro in campo rosso ; Moderni e Parma la croce azzurra sull' oro ; Verona la croce d'oro sull' azzurro. E la vicina Chieti porta di rosso alla croce d'argento accantonata da quattro chiavi d'oro. Quindi, per le regole dell'araldica e pel maggior numero di esempii, è uopo ritenere argentee la banda e le crocette del teramano scudo. In quanto alla forma di questo, si può ammettere la sannitica come la più comune. Per la corona diremo che in generale negli stemmi delle citta essa dovrebb' essere turrita, ma siccome questa suole cangiarsi in feudale, quando le città possedevano feudi comitali, marchionali, ducali e via via, così Teramo, che teneva in feudo parecchi villaggi all'intorno, ben poteva cimare il suo scudo con una corona che ora vediamo di marchese, ed ora di duca, forse in quest'ultima foggia per inesperienza dei disegnatori. Dunque lo stemma di Teramo può araldicamente descriversi cosi : di rosso alla banda d' argento caricata del motto Teramitm a lettere maiuscole romane di nero e accompagnata da due crocette trifogliate d'argento, cimato con corona marchionale e avente quattro gonfaloni (più avanti descritti) dei quattro quartieri, piegati e accollati ai lati dello scudo sannitico. /) La città come aveva lo stemma, così pure il gonfalone o stendardo, né questo, che nei comuni del medio évo era il più gran simbolo della loro libertà ed indipendenza, poteva mancare al nostro. Difatti ne abbiamo la prima memoria nel 1347, quando, siccome narra il Muzii (i), il magistrato del comune, ordinando una spedizione contro certi ladroni, fece spiegare lo « stendardo « dell'Università », come dice esso Muzii (2). Pochi anni appresso, nel 1359 cioè, siccome narrammo (cap. xiu, § 9), i Teramani e i Camplesi, dopo lotte sanguinose pel possesso della montagna di Melatino, detta ora di Battaglia, vennero a transazione, e nell'atto di essa, ivi da noi accennato, si disse che i primi occuparono quel monte « cum banderiis explicatis ». Ecco dunque lo stendardo della città. Anche nel secolo seguente si hanno memorie analoghe. Così gli statuti teramani del 1440 (3) stabiliscono le insigniti e la ban-deriam, che dovevano stare appese alle trombette del comune, e l'Antinori (4) toglie da un documento del 1484, che nella lotta delle fazioni civili dei ma^acloccbi e degli spennelli, questi « mili-
(1) MUZII, Star, di Teramo, dial. 2°.
(2) Muzn, op. e loc. eh.
(3) Stai, di Teramo del 1440, Firenze, 1889, 1. I, r. xxvi.
(4) ANTIXORI, .Vem. rnss., art. Teramo, ad an. 1/184.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (444/635)
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