Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. XXVI - Sue condizioni nel periodo del patriziato (1507-1770).
« tavano coli' insegna tolta dalla città ». Dunque è certa l'esistenza dello stendardo cittadino nel medio évo, ma ne ignoriamo la forma e i colori. Nonpertanto possiamo credere che i nostri antenati, fedeli ai precetti dell'araldica, che tanto allora coltivavasi, lo avessero bianco e rosso quali appunto erano e sono i colori dello stemma. Intanto però mostreremo che da lunga pezza, e si potrebbe anche dire dal medio évo, non si fa più parola tra noi delle comunali insegne. E ciò doveva accadere e accadde in tutto il regno, ove in quel tempo ogni soffio di vita cittadina andavasi spegnendo. Ma volendo Teramo rinalberare il vecchio gonfalone del comune, dovrebbe adottare i suddetti colori, cioè rosso e bianco e, com'è l'uso più comune, verticalmente in parti eguali e ponendo il rosso accosto all'asta.
g) Come la città, cosi pure i suoi quartieri aveano per simbolo stemmi e gonfaloni proprii. Delle imprese loro non abbiamo notizia anteriore a quella fornitaci dalle relazioni della popolare festa di S. Anna, che durò in Teramo per due secoli dalla metà del xvi a quella del xviu, e che anche noi qui sopra (§ 8 a) abbiamo descritto con l'Antinori. Prima della metà del secolo xvi Teramo era divisa in sei sestieri. Delle imprese di questi nulla ora sappiamo; ma certo nel medio évo, si ricco di simboli, non do-vean esse mancare, e chi sa che la citazione sopra riportata del 1369 « cura banderiis explicatis » non alluda anche ai gonfaloni dei sestieri d' allora ? In ogni modo, ali' epoca più fiorente di quelle feste, Teramo trovavasi già spartita in quattro quartieri o rioni. Si noti però che in quella circostanza si hanno notizie, più che di stemmi e di gonfaloni propriamente detti, delle imprese e de' colori delle divise indossate dagli uomini de' quartieri. Quelle e questi vi apparivano nel modo che ivi riferimmo e che qui ordiniamo all'uopo, compendiandolo. Il quartiere di S. Giorgio usava un drago alato, e i giovani, che lo attorniavano, portavano le divise bianche e rosse, secondo il Palma (i) e tutte rosse giusta l'Antinori (2). Quello di S. Maria adoperava 1' elefante turrito, simboleggiarne la torre eburnea della S. Vergine, coi fanti vestiti alla moresca, secondo il Palma (3), e di nero, a detta dell' Antinori (4). S. Leonardo adottava la galera forse, perché quel santo protegge i servi
(1) PALMA, op. cit., voi. HI, p. 43.
(2) ANTINORI, Meni. tnss. cit., ad an. 1660.
(3) PALMA, op. e loc. cit.
(4) ANTINORI, op. e loc. cit.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (445/635)
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