Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Parte IV - II comune teramano nell' évo moderno.
      Giulia: questa, mentre nel 1595 era tassata per 291 fuochi, nel 1 596 poi, quando si dovea ivi fondare un convento di cappuccini, la curia aprutina asseriva alla sacra congregazione romana de' vescovi e regolari, noverasse « 400 fuochi e più ». Ma checché siasi di ciò, certo si è che la popolazione diminuiva, di che il Muzii dava la causa (incompiuta come vedremo) nel seguente modo (i): « La mancanza degli habitatori di questa Citta non è avvenuta di « un tratto, ma a poco a poco ; e la cagione sono state le nemicitie, e particolarità tra alcuni Cittadini principali, che comindando dall' anno 1387, e durarono nei successivi come heredita, « quasi continuamente, cetitovcnt' unni. Dalle quali nemicitie seguirono uccisioni di centenara e ccntenara d' huomini, diroccationi, « abbrugiamenti e ruine di case, che vicendevolmente la parte vin-» citrice facea alla vinta, estintione di tutte le famiglie nobili e « depopulatione della maggior parte dei cittadini pacifici e neutrali, che non possendo resistere alle angherie, et alle taglie dei « cagnotti vagabondi huomini di male affare fomentati dai capi « delle fationi, si prendeano volontario essilio. E se nell'anno 1507 « non fussero fatte le paci per ordine della Reina Giovanna ..... o tengo per fermo che sarebbe del tutto disabitata et annichilata » . Non basta però siffatta causa, comune a quasi tutte le città italiane nel medio évo, a spiegare la progressiva diminuzione della popolazione teramana durante questo periodo, ma di tanta decadenza e uopo ricercar la cagione principale nelle infinite oppressioni fiscali e militari, che hanno pòrto larga materia a due de' nostri precedenti capitoli (xxiv e xxv), e delle quali fu singolar vittima la città nostra. In ogni modo nelle oscillazioni demografiche qui sopra riferite noi dobbiamo scorgere, a dir così, il termometro delle varie e molteplici sciagure, a cui andò soggetto il nostro territorio e che furon tema di quei capitoli.
      11. Dallo stato della popolazione è naturale il passaggio a quello che più da %'icino la riguarda, cioè allo stato edilizio.
      «) È da mentovarsi in prima la riduzione della città da sei sestieri a quattro quartieri, la quale seguì nel 1562 e, quale atto della podestà comunale, trovò miglior luogo nel capitolo di quegli atti (cap. XXH, $ C).
      b} In quanto poi alle condizioni edilizie della città in questo periodo e specialmente alla fine del secolo xvi, abbiamo visto qui
      (i) MUZII, Dialoghi curiosi Ai varie httioni, Chieti, Facij, 1612, parte I, dialogo iv, in fine.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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