Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      434 Parte IV - II comune teramano nell' èro moderno.
      giacché per le straordinarie veggiamo in questo registro (carta 86 a tergo), una sola volta però, il regio capitano o governatore vietare al magistrato comunale la convocazione del parlamento, per ragione di ordine pubblico. Ciò mostra che non v' era uguaglianza di diritto nei convocanti e che la priorità, almeno in questo secolo xvi, spettava alla regia potestà, che poi prevaleva in ogni cosa. In quanto poi al luogo di riunione, adunavasi il parlamento ordinariamente nella chiesa maggiore di S. Maria, nel Duomo cioè, e solo in qualche raro caso, quando cioè il numero de' convenuti era scarso, nel palazzo del comune (e. 109). È opportuno qui riportar la formola di classica fragranza, che il nostro registro mette a capo di ogni relazione delle sedute del parlamento e che quasi sempre è la seguente: « Comitiis Regiae Civitatis Terami indictis « Populoque in Cathedrali ecclesia, astante magnifico domino « Praetore, coacto, haec ex ordine relata fuerunt ad Populum » (e. 9). A siffatte adunanze partecipavano il giudice civile, il magistrato comunale ed il consiglio; il popolo v' era rappresentato dai notabili, i quali, giusta gli statuti del 1440 (i) ed il decreto del parlamento dei 18 di giugno del 1553 (e. 112), doveano essere 200 scelti fra i padri di famiglia, da sostituirsi poi, se impediti, dai loro figli. Erra quindi il Palma (2), allorché scrive che vi avean voce tutt' i padri di famiglia; difatti se in quest'epoca le famiglie toccavano il migliaio, come vedremo qui innanzi, avrebbero dovuto aver diritto ad entrare nel parlamento non duecento, ma mille, secondo tal giudizio. La lista d! que' dugento padri di famiglia doveva compilarla il consiglio, giusta T assisa (ossia i citati statuti del 1440) ed un decreto del,parlamento (e. 115). Si dovean poi man mano sostituire i morti nel parlamento e nel consiglio (e. 116). Ciò pel diritto, pel fatto poi il parlamento adunavasi anche con un numero minore: di vero troviamo (3) che nel 1508 esso componevasi di 120 persone. In processo di tempo, e specialmente col consolidarsi del patriziato, e per tutto il presente periodo, la composizione del parlamento determinossi di più, siccome già vedemmo (cap. xxi, § 8) : in esso sedevano prima i signori del consiglio, eh' erano appunto i patrizii detti i quarantotto, poi i cittadini nomati parlamentarii e da ultimo i rappresentanti del corpo delle ville. Presedevalo il regio governatore.
      (1) Stai. Itram. del 1440, Firenze, 1889 1. I, rub. xxiv.
      (2) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 49.
      (3) PALMA, op. cit., voi. II, p. 207.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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