Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      43^ Parte IV - II comune teramano nell'evo moderno.
      cospetto del parlamento, a tal fine adunato, si affittavano al migliore offerente gli arrendamenti (e. 138). Esso pure deliberava il pagamento della terza (parte del salario) al regio capitano e il diritto ali' arrendatore (appaltatore de' balzelli) di ottener dai ga-bellotti guarentigia de' pagamenti (e. 145).
      Tutto ciò avveniva al principio di questo periodo di decadenza comunale; col proceder del medesimo gl'instituti popolari sempre più languivano : cosi il parlamento, massimo fra questi, era di rado convocato, siccome altrove (cap. xxi, § 8) dicemmo, e, peggio ancora, risolveva pochi affari, siccome la scelta de' razionali, destinati a rivedere i conti di chi aveva speso il danaro pubblico e quella dei deputati per le liste delle imposte.
      Cosiffatte dunque erano le ordinarie incombenze del parlamento; ma chi volesse studiarne più addentro l'intimo andamento e non starsi pago solo a' suoi atti, a dir cosi, ufficiali, scorgerebbe ancora molte cose che pur troppo son la dote comune delle assemblee numerose, si antiche che moderne. Cogliamolo dunque nel momento dell' azione sua, e, senza fermarci troppo a considerarla, contentiamoci di esaminare questi popolari comizii sotto due aspetti : quello dello zelo pubblico e l'altro del valore intrinseco degl' intervenuti. Riguardo a questo secondo capo, scorgiamo sempre esser pochissimi coloro che salivano la bigoncia (suggestum o concionem, come scrive il cancelliere de Angelis) per arringare il popolo. Difatti son sempre i seguenti: ora è Giovanni di Cola « vir aeque
      0 probus ac facundus (e. 18) », che « et nobili se se iactat stemmate et morum integritate (e. 72) » ; ed ora Gio. Ascolo Forti « vir fortis animi et gravis consilii (e. 70) » ; poi sorgono Grazio Delfico « vir et prudentia pariter et eloquentia praeditus (e. 20) »; ed Orfeo Urbani « vir praeditus doctrina et exquisitissimo ingenio (e. 76) » ; non meno ascoltati si levano Pacecco Consoni « vir sagax, prudens, et eloquens (e. 91) » e Bartolommeo Porzii « exsimius legum doctor (e. 134) ». Come son sempre questi gli oratori, così pur sempre prevale il loro parere, e la prova ognuno la può leggere appiè delle relazioni di queste assemblee; in tutti
      1 luoghi infatti veggiamo le seguenti formole di assenso degl' intervenuti : « itum fuit in eiusdem Horatii (Delphici) sententiam (e. 11 ) » : « vicit sententia Johannis Asculi (Fortis) et sententia Johannis Coti lae (e. 78) » : « netnine discrepante Populus ivit in sententiam «Joahnnis Colae et Orphei Urbani (e. 113)»: «vicit sententia « Horatii (Delphici) et Orphei (Urbani) (e. 117) ». Né in miglior modo correva la bisogna riguardo alla cura de' cittadini per le


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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