Il Comune Teramano di Francesco Savini
44' Parte IV - II comune teramano nell' évo moderno.
« delle Marche, dell* Umbria e del Napoletano, il piccolo Consiglio, per solito scelto tra i cittadini del Consiglio generale, o « di tanti per quartiere de' più degni, e governante insieme col « Magistrato supremo del Comune ». Tale era la cernita anche presso di noi nel secolo xvi, e cosi ce la mostra il nostro Muzii, allorquando narra (i) che, volendo nel 1530 le milizie spagnuole albergare in Teramo a spese de' cittadini, « il Reggimento (magistrato) fé subito ragunare Cernita di Cittadini, che cosi d* improvviso si potessero bavere e dopo un lungo colloquio havuto « tra loro, si conchiuse che a' soldati si chiudessero le porte in « faccia », ecc.; e più avanti racconta che nel 1540 per la stessa ragione radunavansi « ogni giorno cernite, Consigli o Parlamenti», ove anche si scorge per ordine progressivo l'importanza di ciascuno di questi corpi cittadini. Che essi poi fossero riunioni straordinarie risulta dal nostro registro, in cui trovasi una risoluzione del parlamento, tenuto ai 23 di luglio del 1553 (e. 115), la quale stabilì, sulla proposta di Grazio Delfico, « che non si possa far « cernita e che li signori (del reggimento) la fanno siano tenuti « alii interessi, ma quando se ha da consigliare alcuna cosa se « rabbia da mettere nel consiglio di 36 ». Da ciò sembra ancora che nelle cernite il parlamento trovasse qualche lato illegale, se non si vuoi dire che ne fosse geloso, e perciò le abolisse. Ciò non ostante, anche dopo tal decreto, in questo registro, ove la cernita è detta concio (e. 108), continuano a riferirsi alcune riunioni che non hanno il nome né di concilia né di conciones, ma che pur sono composte, appunto come queste ultime, in parte di consiglieri e in parte di cittadini semplici. Pare dunque che, tolto il nome, restasse la cosa ; eran forse le finzioni costituzionali del tempo ? Noi perciò, riportando le loro deliberazioni, le distingueremo qui, per ultimo, da quelle delle cernite propriamente dette.
Le cernite dunque, composte in parte di consiglieri ed in parte di altri cittadini (il che si prova paragonando le liste degl'intervenuti alle cernite (e. 37) con quelle dei presenti ai consigli (cc. 29 e 52), raccoglievansi al suono della campana con l'intervento del giudice delle cause civili e di qualcuno dei sei signori del reggimento e di uno dei due sindaci (e. i). Le loro incombenze riguardavano gli affari che diremo minuti della città. Così deliberavano sui gravami dei cittadini contro il regio commissario de' contrabbandi (e. i), e nominavano il messo da spedirsi a que-
(i) MUZII, op. cit., dial. vn.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (462/635)
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