Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. XXVII - Suo organismo nel periodo del patriziato (1507-1770). 44'
st'ufficiale onde venire a transazione con lui (e. 2). Provvedevano di vitto e di alloggio i cospicui forestieri benemeriti della città (i) e talvolta di vitto soltanto il viceré della provincia quando capitava a Teramo (e. IDI). Deliberavano pure sulle cause degli arrenda-tori (e. 125), ed autorizzavano i signori del reggimento a contrarre mutui (e. 52); occupavansi inoltre de' pagamenti fiscali dovuti al regio tesoriere (e. 37) e dai messi a questo diretti (e. 39). Spedivano il bollettino di pagamento dello stipendio al regio capitano, subito che questi avesse il sindacato (e. 109), come anche il mandato di procura a chi dovea pel comune ricevere il sale in Giulia dal regio emendatore (e. 109). Tra le riunioni poi tenute, dopo la succitata abolizione delle cernite, ne noteremo due: quella che impose le tasse giornalière per gli alloggi militari, eleggendo insieme i deputati per distribuire questi ultimi (e. 123), e l'altra che curò la restituzione di ciò che era dovuto al comune per gli alloggi militari, spedendo alla regia udienza (preseduta dal viceré della provincia) un messo scelto tra i due sindaci (e. 124). Come si vede dal qui esposto, le attribuzioni delle cernite riguardavano presso a poco le stesse cose soggette ai decreti del consiglio; solo quelle riunioni le trattavano in seconda linea, se può dirsi cosi, e in maniera più minuta.
5. Il corpo che direttamente reggeva il nostro comune era il magistrato. Componevasi esso del giudice civile, che n'era quasi il capo e l'assessore, de' sei signori del reggimento e dei due sindaci. I suoi atti s' intestavano : Index, Regimen el Università! Regine Civitatis Terami; e noi perciò, secondo l'ordine cosi indicato, ra: gioneremo qui brevemente prima del giudice, poi dei signori del reggimento e da ultimo dei sindaci, i quali, secondo l'interpretatone ufficiale qui sotto accennata, rappresentavano il comune:
0) II giudice (iudex causarum civilium), eletto dalla città, prestava il giuramento di bene esercitare l'ufficio nel palazzo del comune « in nostri scribae verba » (e. 158), cioè del cancelliere. La sua giurisdizione esercitavasi nelle cause civili, ed egli sedeva sempre nel palazzo municipale « ad suum solitum banchurn iuris », coinè leggesi in parecchie sentenze tuttora serbate ne' nostri archivii. Prima doveva essere forestiero, secondo abbiamo narrato indietro (cap. xix, § io), ma poi, mutatisi i tempi, potè essere
(i) Cosi una volta (e. y) si provvide di vitto e di alloggio il signor Antonio Valignani con la sua gente, perché benemerito della città ed anche di carezze e donativi, forse a spese del comune.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (463/635)
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Teramo Giulia Index Regimen Università Civitatis Terami Antonio Valignani Regine
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