Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XXVII - Suo organismo nel periodo del patriziato (1507-1770). 45 *
      cedenti. Cosi abbiamo visto (cap. xxn, § i) confermati nel diploma del 1517 al comune i seguenti diritti: di fare statuti nel civile e nel criminale, di decidere le prime e le seconde cause civili è le prime criminali, di esigere le gabelle e i proventi delle cause criminali; di eleggersi il capitano da confermarsi poi dal re (diritto ritolto [cap. xxvn, § io a] nel 1529). Nelle circostanze straordinarie poi, siccome innanzi ai supremi pericoli della libertà, si potevano instaurare magistrature speciali, quale si fu quella dei dodici nel 1521 (cap. xxni, § 3); e pare altresì che il comune avesse il diritto di respingere con la forza il feudatario della città investito dal re, durante l'appello di quella a costui, siccome seguì pure nel 1521 (cap. xxin, § 3).
      Il comune godeva altresì alcune giurisdizioni peculiari. Tale si era la cosiddetta Bagliva o corte dei danni dati, che sentenziava sui danni campestri; un registro comunale del cancelliere Urani degli anni 1540 e 1541, visto dal Palma (i), mostra che essa apparteneva alla città e che questa la lasciava godere al capitano regio ad beneplacitnm. Segno anche questo della nostra decadenza municipale ! Anche la corte de' portolani (così impropriamente detti), la quale presiedeva alla cura dei pubblici luoghi, quali le strade, fu concessa circa il 1540 ali' università, a quanto narra il Palma (2), mercé una sovrimposta di dodici grana a fuoco e sottoponendola alla regia camera della sommaria.
      Come il comune aveva il diritto d'imporre le gabelle, rico nosciutogli dai regii diplomi, così conscguentemente possedeva quello di accordare l'esenzione dalle medesime. Difatti nell'archivio comunale di Bacucco, terra della prossima regione pennese, esiste in pergamena una concessione dell' università di Teramo dei io di agosto del 1599, recentemente posta alla luce (3), e da noi data in fine di questo scritto (docum. xxxv), con cui, in nome del parlamento pochi giorni innanzi tenuto, si reintegra il castello di Bacucco nell'antica franchigia, pari a quella «de'Nostri Cittadini, « da qualsivoglia gabella di questa città per servici]' (quali non «sappiamo) da detto Castello prestati ad essa Città».
      13. Prima di chiudere il capitolo è pur mestieri dire del vescovo, che sempre, fino agli ultimi tempi, al 1806 cioè, fu considerato, con la giunta del fastoso titolo (tuttora vigente) di prin-
      (1) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 54.
      (2) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 20.
      (3) In Rivista abruzzese, an. 1893, fase, luglio-agosto, p. 381.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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