Il Comune Teramano di Francesco Savini
45 2 Parte IV - II comune teramano nell'evo moderno.
cipe di Teramo, come il supremo signore (feudale s'intende) della città. De' suoi diritti e della sua giurisdizione civili durante il presente periodo è a dire in generale lo stesso che si è esposto nel-1* antecedente delle fazioni e delle signorie (cap. xix, § 7 e cap. xx, § 4), e cotali diritti vedemmo nel principio di questo periodo (cap. xxn, § i) anche confermati dal diploma del 1517. Se non che di siffatti privilegii nel bel mezzo del medesimo ci da piena informazione un notevolissimo documento raccolto nell'archivio vescovile e quasi tradotto dall'Antinori (i) e che ora ivi più non esiste. È un mandamento del viceré spagnuolo, conte di Benavente, spedito da Napoli ai 22 di maggio del 1604 sulle rimostranze che il vescovo aprutino Vincenzo da Montesanto faceva intorno ai diritti suoi sui feudi diocesani dal viceré riconosciuti legittimi. Noi, lasciando da parte quel che riguarda i feudi, che non hanno da far nulla con le cose nostre comunali e sui quali il vescovo esercitava i più ampli diritti di mero e misto imperio e podestà di sangue o di spada, riferiremo con le stesse parole dell' Antinori tutto ciò che spetta ali' autorità civile del vescovo sulla città. « Produsse il Vescovo varj processi compilati e terminati «dal 1554 fin allora, varj registri d'atti ordinari dal 1529, altri « d'indulti, di patenti, e di spedizioni dal 1530, e così pure varj « privilegj di Re dati nel 1318, 1458 (2) e 1507, e provvisioni « di Viceré nel 1543 e 1603, progettando l'esame. Riconosciute le « scritture e fatto un sunto cronologico su di esse dall' Attuario, si « trovò ben fondata l'asserzione del Vescovo non solamente ne* processi esistenti nell' Archivio della sua Curia ma anche in altri a « quella rimessi da diversi Regi Tribunali. Nelle patenti si procedette ali' esame sugli articoli, che il Vescovo godeva il titolo di « Principe di Teramo e di Conte di Bisegno, che possedeva in « feudo dalla Corte la città di Teramo e varie terre; che dai Predecessori era stata la città riedificata e ripopolata sotto il dominio « della Chiesa aprutina, che ne confermava i Giudici nelle cause « civili ; che riceveva da questi e dal loro Notaio e Camerlengo « giuramento di fedeltà e se ne vedeva il solito (?) nel giuramento
(1) ANTINORI, Mem. ma. cit., Vescovi di Teramo, ad an. 1604.
(2) Di questo documento si serba ancora l'originale nell'arch. Com. (perg n. xxix, e noi, dopo averlo esaminato a suo luogo (cap. xvi, § 8), ne diamo il testo in fine (doc. xxv). Del privilegio del 1318 non abbiamo ora memoria e di quello del 1507, esaminato già da noi (cap. xvi, § 23), esiste tuttora l'originale in detto archivio (perg. n. xxxv).
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (474/635)
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