Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XXVH1 - Suoi atti nel periodo delle riforme comunali (1770-1889). 4^Je il Palma (i) ci narra che quivi si fermassero a riceverli «il vescovo, i regii magistrati, il sindaco e una folla di cittadini ».
      8. Seguirono anni tranquillissimi, durante i quali, e proprio nel 1817, fu instituita la milizia detta urbana; e tali trascorsero fino al 1821, quando la sollevazione promossa dai cosidetti carbonari agitò di nuovo gli animi. Allora il civico magistrato, e per essa e per la minaccia di una seconda invasione di tedeschi scesi nel regno a domarla, stabilì, per mantenere l'ordine pubblico, una guardia di sicurezza preponendole il marchese Grazio Delfico (2). Ma nella lotta fra le genti del regno e quelle dell'Austria, essendo rimaste queste ultime vincitrici e quindi ai 17 di marzo del 1821 entrate in Teramo, vi furono al solito accolte dal sindaco e da un'apposita deputazione. Cadde allora la forma libera del governo dello stato e questo tornò alla inonarchia assoluta de' Borboni.
      9. Il tempo fra quest'epoca e quella più memorabile del 1848 passò pur tranquillo e in quel sopore di vita pubblica e comunale che le nuove leggi date nel 1815, distruttive di ogni cittadino diritto, siccome vedremo nel luogo proprio (cap. xxx), dovevano necessariamente produrre. Noteremo perciò quegli effimeri e rapidi moti dell'organismo municipale che solo i ricorrenti pericoli della sanità pubblica e dell'ordine sociale potevano allora destare. Così nel 1831, al diffondersi per l'Europa del choléra. il comune dovè convocare la guardia urbana e col sussidio di altri militi straordinarii spedirla per formare un cordone sanitario alle vicine coste adriatiche ed ai confini del regno (3). Si eressero pure allora, ma. non furono questi instituti comunali, un ospedale distrettuale (ora si direbbe circondariale) a Teramo ed un altro a Penne. Quando poi, nel 1837, scoppiò in quest'ultima città un moto politico, Te-ramo provvide alla sicurezza pubblica con l'armare guardie civiche pure aggiunte alle solite urbane, sempre però dopo gli ordini del-l'intendente della provincia, che allora assorbiva quasi ogni altra competenza.
      10. Fra gli scarsi atti del comune vogliasi pur notare la parte ch'esso prendeva ai ricevimenti de' principi in città. Così nel 1794 esso preparassi ad accogliere fra le sue mura il re Ferdinando IV, che poi non venne, ma restò a Sulrnona: quando poi nel 1807 ci visitò il novello re Giuseppe Buonaparte, l'accolse a proprie
      (1) PALMA, op. e loc cit
      (2) PALMA, op. cit., voi. IH, p. 296.
      (3) PALMA, op. cit., voi. HI, p. 304.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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