Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Parte IV - n comune teramano nell* évo moderno.
      , , spese il comune ed albergollo nel palazzo vescovile (i). Nelle tre j i visite che il re Ferdinando II fece a Teramo negli anni 1832, , I 1844 e 1847, di cui la prima è ampiamente descritta dal Palma (2), ; i lo stesso operò il nostro municipio. L'ultima venuta di regii principi ; j fra noi in simili circostanze fu quella del principe ereditario Umberto di Savoia nel 1863. Anche alle feste nuziali de' sovrani par-: tecipava il comune,* siccome avvenne nel 1833, quando pel matrimonio del re Ferdinando II con Maria Cristina di Savoia si tenne, tra le feste, un discorso dal sindaco Nicola Pensa, e si inaugurò il primo pilone del gran ponte sul Vezzola (3).
      n. Tornando ora agli eventi politici dell'ultimo scorcio di questo periodo, che furono principalmente le rivoluzioni del 1848 e del 1860, e alla parte che vi prese il comune, diremo che nella prima scarsa fu la partecipazione sua, la quale piuttosto chiame-rebbesi passiva. Datasi dunque nel gennaio del 1848 dal re Ferdinando II la nuova costituzione al regno, e seguita in Napoli ai 15 del seguente maggio la nota sanguinosa lotta fra quel re e i suoi ribelli col trionfo del primo, in Teramo il secondo eletto, Gio. Nicola Michitelli, d'antica patrizia famiglia, in luogo del sindaco, Giustino Ferrajoli, dichiaratosi infermo, convocò e presedette nel palazzo comunale una riunione di parecchi cittadini. Questa per verità divenne un'assemblea del tutto politica, giacché deliberò che avessero luogo nella chiesa di S. Agostino solenni funebri onori pei suddetti caduti nella giornata dei 15 di maggio, i quali nell'epigrafe apposta alla porta di essa chiesa furono detti « vittime della perfidia « di un tiranno ». Il sunnominato Michitelli poi con altri, rinnovata l'antica forma assoluta di governo, n'ebbe a patire dai regii tribunali gravissime pene. Quando, durante lo stesso anno, si organizzò la guardia nazionale e si convocarono i comizii per la elezione dei deputati al parlamento del regno, il comune vi ebbe quella parte, a dir così, materiale, che le nuove leggi assegnavano a tutti i comuni dello Stato. Abolitasi quindi di fatto la citata costituzione, per gli avvenimenti di Lombardia e di Sicilia, sfavorevoli agli amici della costituzionale libertà, alcuni vollero compilare un indirizzo al re per ottenere di quella costituzione l'abrogazione anche legale. In Teramo (e notisi ancor qui l'azione politica nella podestà comunale), il secondo eletto, l'avvocato Nicola
      (1) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 274.
      (2) PALMA, op. cit, voi. Ili, pp. 306-308.
      (3) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 314.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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